Periodicamente mi nasce forte la curiosità di conoscere il mio albero genealogico.
Purtroppo oltre ai nonni (che non ho mai conosciuto a parte la nonna paterna) non sono in grado di risalire, pertanto mi toccherà convivere con la curiosità di sapere quali siano le mie origini. Tuttavia nessuno mi toglie dalla testa che qualche mio avo - o magari io stessa in una vita precedente, perchè chissà mai che abbiano ragione i Buddhisti sul tema della reincarnazione - deve aver vissuto in qualche parte ad Oriente dove l'uso delle spezie è assai più diffuso rispetto a quello che ne fa la cucina italiana. Ovviamente anche nei nostri piatti le spezie e le erbe danno quel tocco in più alla preparazione: chi di noi non apprezza l'origano sulla pizza, il basilico nella passata di pomodoro, lo zafferano nel risotto alla milanese, la cannella nello strudel o le bacche di ginepro che macerano con la selvaggina. Ma le spezie, a mio avviso, nella nostra cucina sono come una pennellata di colore in un quadro già belle che finito, diciamo la cosiddetta ciliegina sulla torta; invece nella preparazione dei piatti di una parte del mondo (Asia e Africa prevalentemente) le spezie ne caratterizzano e ne determinano il sapore diventando a mio avviso il punto centrale, il fuoco, attorno a cui ruotano tutti gli altri ingredienti. Probabilmente la vastità e la qualità di materie prime e di lavorati che affollano il territorio italiano, fa sì che non sia stato necessario aggiungere ai nostri piatti ulteriori sapori, per lo stesso motivo per cui quando si beve un té o un caffè pregiato non si aggiunge nulla al sapore naturale della bevanda. Ma grazie al mio lontano parente o alla suddetta precedente vita, ogni volta che incappo in qualche ricetta o in qualche idea che prevede l'uso delle spezie, le mie papille gustative si attivano, l'olfatto si sintonizza sulla modalità 'ON' e come se fossi spinta da un ordine che arriva dall'inconscio, allineo sul piano della cucina tutti i barattoli delle spezie della mia dispensa, ne apro i coperchi e ad occhi chiusi resto in attesa dell'ispirazione.
Purtroppo oltre ai nonni (che non ho mai conosciuto a parte la nonna paterna) non sono in grado di risalire, pertanto mi toccherà convivere con la curiosità di sapere quali siano le mie origini. Tuttavia nessuno mi toglie dalla testa che qualche mio avo - o magari io stessa in una vita precedente, perchè chissà mai che abbiano ragione i Buddhisti sul tema della reincarnazione - deve aver vissuto in qualche parte ad Oriente dove l'uso delle spezie è assai più diffuso rispetto a quello che ne fa la cucina italiana. Ovviamente anche nei nostri piatti le spezie e le erbe danno quel tocco in più alla preparazione: chi di noi non apprezza l'origano sulla pizza, il basilico nella passata di pomodoro, lo zafferano nel risotto alla milanese, la cannella nello strudel o le bacche di ginepro che macerano con la selvaggina. Ma le spezie, a mio avviso, nella nostra cucina sono come una pennellata di colore in un quadro già belle che finito, diciamo la cosiddetta ciliegina sulla torta; invece nella preparazione dei piatti di una parte del mondo (Asia e Africa prevalentemente) le spezie ne caratterizzano e ne determinano il sapore diventando a mio avviso il punto centrale, il fuoco, attorno a cui ruotano tutti gli altri ingredienti. Probabilmente la vastità e la qualità di materie prime e di lavorati che affollano il territorio italiano, fa sì che non sia stato necessario aggiungere ai nostri piatti ulteriori sapori, per lo stesso motivo per cui quando si beve un té o un caffè pregiato non si aggiunge nulla al sapore naturale della bevanda. Ma grazie al mio lontano parente o alla suddetta precedente vita, ogni volta che incappo in qualche ricetta o in qualche idea che prevede l'uso delle spezie, le mie papille gustative si attivano, l'olfatto si sintonizza sulla modalità 'ON' e come se fossi spinta da un ordine che arriva dall'inconscio, allineo sul piano della cucina tutti i barattoli delle spezie della mia dispensa, ne apro i coperchi e ad occhi chiusi resto in attesa dell'ispirazione.
La cosa davvero incredibile è che l'olfatto è un potente evocatore molto più della vista; non appena mi arriva nelle narici un odore conosciuto, la mente corre alla ricerca del ricordo dell'evento e del luogo a cui quell'odore appartiene. Ed è per questa ragione che quando ho particolarmete voglia di viaggiare, mi piace usare qualche spezia come se fosse una polvere magica che mi permette di raggiungere in una frazione di secondo un luogo remoto del mondo. Qualche giorno fa mi sono imbattuta in questo riso: un concentrato di spezie che regalano al piatto un netto gusto esotico, praticamante un biglietto di 1° classe con destinazione l'Oriente.
Questa preparazione non è solo un concentrato di sapori e odori, ma anche una tavolozza di colori: il bianco del riso basmati, il rosa del salmone, il giallo-aranciato della curcuma, il giallo paglierino dello zenzero, il verde delle bacche del cardamomo, il marrone intenso e cupo dei chiodi di garofano e l'ocra della cannella. Un'insieme di spezie che si abbracciano come in un girotondo intorno al mondo. Io amo le spezie e vorrei ricambiare il loro gentile tocco dando a loro la giusta importanza nella mia cucina. Le vie delle Spezie, delle Erbe, del Sale, del Té e dell'Incenso furono percorse da carovane di commercianti che per affari trasportavano preziosi carichi da una parte all'altra del mondo come le piccole formiche trasportano preziose scorte di cibo nelle loro tane, contaminando con semi e polveri le cucine di tutto il pianeta.
Vi consiglio il film "Un tocco di zenzero", dove le spezie sono la base e il pretesto per raccontare una storia. E per concludere, vi sarei grata se nei commenti che vorrete lasciarmi, potreste magari indicarmi libri, film, ricette e magari qualche bel negozio in cui vi siete imbattuti in cui le spezie sono le protagoniste indiscusse. Vi aspetto Spice Girls (e anche boys)!! :-)
Riso Speziato
per 2 persone
270 gr di riso Basmati
150 gr di filetto di salmone fresco
mezza cipolla bianca
1 piccolo spicchio di aglio
1 piccolo spicchio di aglio
200 ml di latte di cocco
20 gr di burro
1 pezzettino di zenzero fresco
la punta di un cucchiaino di curcuma
la punta di un cucchiaino di peperoncino in polvere
1 seme di cardamomo
mezzo bastoncino di cannella
1 chiodo di garofano
1 ciuffo di coriandolo (o in alterantiva una spolverata di prezzemolo)
1 ciuffo di coriandolo (o in alterantiva una spolverata di prezzemolo)
acqua calda qb
sale
sale
Prendete il riso e lavatelo ripetutamente sotto l'acqua corrente, poi lasciatelo a bagno in acqua fredda per circa 1 ora. Pelate lo zenzero. Soffriggete la cipolla, lo zenzero e l'aglio tritati con il burro per un paio di minuti poi unite tutte le spezie (ricordatevi che il cardamomo va estratto dal semino e pestato). Fate insaporire per un minuto.
Aggiungete il salmone tagliato a dadini, insaporite per circa 3-4 minuti, poi unite il riso scolato facendolo tostare per circa 2 minuti.
Versate il latte di cocco e circa 200 ml di acqua calda, salate leggermente, chiudete con un coperchio e fate cuocere a fiamma bassa senza mai aprire e fino al completo assorbimento del liquido (di solito occorrono 12-15 minuti in ogni caso meglio lasciare il riso leggermente indietro di cottura per evitare che scuocia; nel caso in cui il riso dovesse asciugarsi troppo, aggiungere poca acqua calda). A cottura ultimata spegnete il fuoco, regolate di sale e lasciate riposare coperto per alcuni minuti. Servite cospargendolo con il coriandolo tritato (o poco prezzemolo).
Aggiungete il salmone tagliato a dadini, insaporite per circa 3-4 minuti, poi unite il riso scolato facendolo tostare per circa 2 minuti.
Versate il latte di cocco e circa 200 ml di acqua calda, salate leggermente, chiudete con un coperchio e fate cuocere a fiamma bassa senza mai aprire e fino al completo assorbimento del liquido (di solito occorrono 12-15 minuti in ogni caso meglio lasciare il riso leggermente indietro di cottura per evitare che scuocia; nel caso in cui il riso dovesse asciugarsi troppo, aggiungere poca acqua calda). A cottura ultimata spegnete il fuoco, regolate di sale e lasciate riposare coperto per alcuni minuti. Servite cospargendolo con il coriandolo tritato (o poco prezzemolo).