13 dicembre 2011

Tutto il mondo è paes(e)ana

Sono ormai agli sgoccioli di un lunghissimo anno, frenetico, densissimo di impegni e contrattempi e in dirittura di arrivo con i lavori nel mio appartamento. Ci sono dei giorni in cui l'unica cosa che riesco a fare è uscire di casa all'alba, rientrare con il sole già tramontato da un pezzo e cucinare qualcosa per cena. Oltre a questo non riesco ad andare e le ricette da provare e fotografare si accumulano sul piano della cucina.
Il post di oggi, per certi versi, ha un tema attualissimo: una pagina de "Il Sole 24 Ore" e la parola 'Europa' che fanno da sfondo a una delle ricette più classiche e più povere della tradizione lombarda: la torta paesana o torta di pane. Un dolce che in passato serviva per recuperare il pane raffermo (se mai ne avanzava) bagnato con del latte, ingentilito dal cioccolato e cotto nel forno. Ai giorni nostri il dolce si è arricchito di pinoli, cacao e biscotti e si è trasformato da dolce dei poveri a vera prelibatezza.
Ma che cosa c'entra l'Europa con la torta paesana? Qualche mese fa l'amica blogger Simona di Simona's Kitchen mi invita a partecipare al suo contest "Cib'Arte". Lo scopo era quello di abbinare una ricetta ad un monumento/opera d'arte della propria città; ho trascorso settimane a pensare quale ricetta fosse adatta a Sesto San Giovanni (Milano), la città in cui sono nata e in cui abito e mentre mi trovavo in metropolitana (la mia seconda casa, il posto dove nascono la gran parte delle mie idee) mi è balzata alla mente la torta suddetta che, oltre ad essere presente da sempre nella mia vita, evoca ricordi di memorie antiche; la torta paesana nel significato più ampio di paese inteso anche come regione, nazione e continente. Una torta di umili origini da me eletta come rappresentazione dell'Europa-Paese; pane e latte, i sapori e i valori di un tempo calati in una realtà che sembra tritare tutto quello che tocca lasciando dietro di sè briciole di amara rassegnazione (che altro si può dire di fronte alla crisi mondiale che sta sconvolgendo il mondo?).
A Sesto San Giovanni tra il 1903 e il 1911 si sono insediate aziende straordinarie, come la Breda, la Falck, la Ercole Marelli, la Campari. Forse alcuni di voi conosceranno la mia città come la Stalingrado d'Italia, nome che deriva dalla presenza sul territorio di acciaierie e fabbriche ('stalin' in russo significa acciaio, quindi Città dell'acciaio), tale soprannone assume con il tempo una connotazione politica per via delle amministrazioni di sinistra e centrosinistra che governano la città da decenni. Una città di operai provenienti da tutta Italia, cresciuta velocemente ed esponenzialmente grazie al boom economico. Una città che oggi ha come caratteristica principale l'archeologia industriale: edifici in ferro, scheletri di capannoni, case di operai in mattoni rossi e grandi macchinari che servivano ad assolvere varie funzioni all'interno delle fabbriche. Sesto San Giovanni, un paese che si è trasfomato grazie o a causa delle fabbriche, da posto di villeggiatura per i signori che arrivavano da Milano, a città del lavoro, del cemento, dell'acciaio e del ferro. Città che ha perso in pochi decenni ogni segno di romanicismo che caratterizza e pervade ancora oggi un'infinità di centri storici di altre realtà italiane; una città che ha perso l'arte ma che ha guadagnato in accoglienza e generosità nei confronti di tante persone che arrivavano da lontano per lavorare a Sesto e nelle sue fabbriche. Nella mia città quindi non ci sono preziosi edifici come chiese, palazzi o monumenti da fotografare; nella mia città si fotografano i luoghi del lavoro e i sogni di tante persone che arrivavano con la valigia piena di speranza per un futuro migliore. E per non dimenticare questa operosa città, l'Amministrazione Comunale ha deciso di candidarla come patrimonio mondiale dell'Unesco.
Per onorare la memoria di 'città che produce' ho  deciso di abbinare questa 'torta-paese' di umili origini lombarde al 'paese-Europa', così tanto bisognoso di dignità, lavoro e speranza, che un tempo Sesto San Giovanni ha saputo regalare ai suoi abitanti e ai suoi lavoratori.

Qui sotto una fotografia del Carroponte manufatto utilizzato dalla Breda Siderurgica per lo spostamento dei carichi all'interno della fabbrica.
Grazie a un’illuminazione suggestiva anche nelle ore serali e alla recente realizzazione di una copertura permanente del palco, il Carroponte è diventato un’area ampia e funzionale per eventi, concerti, spettacoli e attività culturali.


Torta paesana

500 gr pane comune raffermo (oppure pane fresco comune tipo Michetta)
1 litro di latte 
250 gr biscotti secchi 
250 gr amaretti
2 uova
buccia grattuggiata di un limone
100 gr cioccolato fondente
70 gr cacao dolce
100 gr zucchero semolato
2 cucchiai di olio di oliva
70 gr di uvetta
100 gr di pinoli
rhum q.b.

Rompere il pane a pezzetti in una ciotola e versarci sopra mezzo litro di latte caldo. Mescolare e fare inzuppare il pane. Rompere grossolanamente i biscotti e gli amaretti, aggiungerli al pane e versare il latte rimanente fino a quando l'impasto non diventerà una poltiglia. La quantità del latte varierà in base alla secchezza del pane (più è secco e maggiore sarà la quantità di latte richiesto). Lasciare in ammollo per qualche ora, fino a quando il pane non sarà diventato morbido e successivamente passarlo con il passaverdura o con un mixer ad immersione. In un'altra ciotola sbattere le uova con lo zucchero e aggiungerle all'impasto. Aggiungere 80 gr di pinoli, l'uvetta precedentemente ammollata in acqua tiepida, l'olio, il cioccolato, il cacao, il rhum e la buccia grattuggiata di un limone. Mescolare bene per miscelare gli ingredienti. In una teglia stendere un foglio di carta da forno, versare l'impasto e livellare il composto (lo strato dovrà essere alto almeno 2 cm.). Spargere sulla superficie i pinoli avanzati e infornare in forno statico già caldo a 200° per circa 1 ora e mezza.



Con questo ricetta partecipo al contest Cib'Arte 
...e vince il premio speciale della giuria! Leggete QUI

35 commenti:

  1. Oh Roby non immagini da quanto tempo cercavo una bella ricetta di torta di pane...la tua è magnifica! E mi piace pure il piattino!

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  2. Mi piacciono un sacco questi dolci "antichi" e rivisitati :)
    Spero vada tutto bene con i lavori del tuo appartamento...baci!

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  3. la paesana, o torta di pane o torta nera.... comunque sia, un must per le nostre cucine.
    ciao Roberta!
    Bravissima!

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  4. Roberta, grazie!!! Quando ho visto la foto ho pensato al nostro Castagnaccio, poi ho letto la ricetta ed ho messo a fuoco! Mi piace molto anche l'abbinamento tra un dolce 'povero' e l'architettura industriale, la foto rende bene l'effetto scenografico! Brava e complimenti, spero di riuscire ad inviarvi il libro sulle Pesche di Prato, prima di Natale! Simo!

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  5. @Marina: grazie cara, questo post mi è costato qualche settimana di riflessione :-)
    @Chiarina: questa ricetta arriva dritta dal quaderno delle torte della mia mamma, rivisitata nel corso degli anni su consiglio di altre donne sestesi. Spero ti piaccia.
    @Silvia/La gelida anolina: tanto è antico il dolce tanto è moderno il mio appartamento: tutto bianco pare di essere in una scena del film 2001 Odissea nello Spazio...
    @Babs: i classici sono sempre i classici e scommetto che questa torta tu la conosca molto bene... Grazie né!
    @Riso mandorlino/Lys: grazie per la visita!! :-)
    @Simona Kitchen: ti posso assicurare che ci ho lavorato tanto ed è uscito un post fatto con anima e cuore. Un tributo alla mia citta, grazie per l'opportunità che mi hai dato.

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  6. molto bella l'idea dell'abbianmento monumento torta, che per la bonta, costo e semplicità è un toccasana

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  7. bel posto e direi scelta azzeccatissima per la torta che è veramente buona.

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  8. Mia nonna faceva una torta simile quando ero piccola, di pane col cioccolato. Mi sembra che anche lei la arricchisse con pinoli o noccioline, non ricordo bene... mammamia che nostalgia! :°)

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  9. @Gunther: beh, visto che sono architetto non potevo tirarmi indietro di fronte a questo contest (un filino più impegnativo di altri a dir la verità). Grazie per la visita.
    @Lucy: ma allora questa torta la conoscono tutti!!! Ciao Lucy, grazie per il commento.
    @La Ucci: ma siamo sicuri che non fosse proprio la torta paesana quella della tua nonna? :-P

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  10. Ciao Roberta! Ed io che pensavo fosse castagnaccio invece... è la torta paesana! Ho salvato anch'io da qualche parte questa splendida ricetta...devo farla, guarda che risultato!!!! Complimenti cara!

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  11. @Kiara: ma lo sai che in tanti lo scambiano per il castagnaccio? E invece no, si tratta della lombardissima torta paesana! :-)

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  12. ciao roby, la torta paesana è una delle mie preferite da semprissimo! il problema è che non ho mai pane raffermo...ma rimedierò in qualche modo. non so in quale vita, ma la preparo sicuramente presto... da Sestese fino al midollo, non posso far che apprezzare il resto del post..ti farò sapere come viene!ila

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  13. @Ila: puoi usare anche il pane non raffermo, ti occorrerà meno latte. Sul resto del post...beh, conoscendoti non avevo dubbi :-)

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  14. Ti ho letto con molto interesse. Mi piace quello che scrivi e come lo scrivi. Mi piace quello che pensi e come lo esprimi.
    Ti immaginavo su quella metropolitana, assorta in pensieri culinari e culturali alla ricerca di una ricetta che facesse a caso tuo. Poi, l'illuminazione - o forse, più probabilmente, un'idea maturata pian piano, durante più viaggi metropolitani - . Cercavo anche di immaginarmi l'espressione che si è disegnata sul tuo volto quando hai concluso che la ricetta sarebbe stata questa torta! Un sorrisso appena accennato? Occhi sorridenti e sorriso pronunciato? Chissà. Però mi piace pensarci :)

    Trovo che la tua scelta sia azzeccatissima. Non solo perché questa torta sembra deliziosa in tutta la sua semplicità, ma soprattutto per i motivi che ne accompagnano la scelta.
    Complimentissimi

    Manuela

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  15. @Manuela: ti ringrazio per il tuo commento. Devo dire che hai proprio colto nel segno. Meglio 2 ore in metropolitana che 2 ore chiusa in un auto. In metropolitana posso leggere, scrivere, pensare, prendere appunti (sto anche facendo da correttore di bozze per un amico che sta scrivendo il suo 2° romanzo) coltivare delle idee per poi concretizzarle (quando possibile) nel tempo libero. Questo post nasce proprio in questo modo, e tu sei stata brava a coglierne l'essenza.

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  16. Roby cara ti riporto qua il commento che ti ho lasciato da me:
    Di fave di cacao me ne ha regalate una manciata un pasticciere, e sono davvero fenomenali: Se vuoi te ne posso mandare qualcuna via posta, perchè non saprei assolutamente dove trovarle, non mi pare di averle viste neppure da Castroni...fammi sapere il tuo indirizzo e te le passo, sarei contenta che le avessi tu che sei la persona più adatta a valorizzarle!

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  17. @Chiarina-ina: oooohhh! Che bel regalo per Natale!! Grazieee!! L'indirizzo te lo mando via email.

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  18. Sai che proprio ieri discutevo con mio papà (da leggere come: mio papà mi ha gentilmente fatto notare che sarebbe ora di mettersi all'opera) del fatto che da tanto non faccio la torta di pane. Qui da noi é molto comune sebbene la mia ricetta sia leggermente diversa dalla tua (io non metto i biscotti e aggiungo qualche candito ma non troppi e uso la grappa al posto del rhum). I tuoi cubetti sembrano comunque dleiziosi e mi fanno venire una voglia matta di fare una teglia anche io :)
    Complimenti e W le tradizioni.

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  19. @Elvira: la torta di pane è un pò come il tiramisù o la torta di mele: non esiste una ricetta uguale all'altra. D'altra parte essendo una torta di 'recupero' si metteva dentro quello che si trovava nella dispensa in quel momento. Grazie per la visita :-)

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  20. una bella accoppiata di ricetta e racconto che ho letto molto velocemente ma mi verrò a rileggere appena posso dato che le tradizioni legate alle nostre ricette di famiglia mi incuriosiscono sempre tanto, ciao e dato che mi trovo auguri di buone feste ^ __ ^

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  21. @Astrofiammante: l'abbinata ricetta-tradizione è distante parecchi decenni. La torta è di un'epoca più antica della città industriale ma mi piaceva abbinare una torta di origini umili con una città che ha dato sopitalità a tanti operai. Grazie per la visita e torna a trovarmi.

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  22. Solo oggi scopro il tuo bellissimo blog e questo post che mi ha fatto venire i lucciconi...

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  23. @Roberta: grazie per la visita e per aver avuto il piacere di leggere questo post un pò 'speciale'.

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  24. Ciao Roby!!...la sto facendo proprio adesso!! Mi sa che per stavolta non riusciamo a trovarci: la mia mamma ha una brutta influenza e non mi va di lasciarla sola. Pero' torno il mese prossimo e conto di fermarmi un paio di settimane, quindi ci sara' sicuramente un'altra occasione. Ti abbraccio, a presto

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  25. @Roberta: olà Roby, figurati, la mamma deve avere la priorità su tutto e tutti. Ci sentiamo per il prossimo mese. Buona domenica mia cara.

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  26. Ho letto con molto interesse il tuo bellissimo post e fatto conoscenza con questa particolare torta che non avevo mai visto! Ho partecipato anch'io al contest di Simona...mi chiedo se ti farebbe piacere partecipare al mio contest "Ricette a spasso nel tempo" che scade il 17 giugno! Lo trovi sul mio blog!!

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    1. ciao Alessandra, la torta di pane è un classico della cucina povera dei nostri nonni. Passo a trovarti :-)

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  27. la torta di pane è buonissima, io la mangio anche d' estate, ma chi se ne frega!!! la tua è golosissima ciao kiara

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    1. guarda, io la torta di pane la mangerei a tutte le ore. E poi mi piace perchè profuma di antico, non trovi? Ciaooooo

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  28. E' la torta della mia mamma. In casa nostra è semplicemente la torta di pane. Le voglio bene quanto posso voler bene a mia madre. Un dolce che mi commuove e mi fa star bene sempre. Come dire, mi fa sorridere la pancia.
    Me l'ero perso. Un bacio
    PS - anche io l'ho postata tanto tempo fa, a cubetti come te, ma molto meno bella, mooooolto meno.

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    1. Questa torta si perde nella notte dei tempi e penso che sia come il castagnaccio in Toscana. Dolce povero ma pieno di sapore e di ricordi. :-)

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