26 novembre 2013

Look&Taste: nido al sapore di timo


Ci sono momenti in cui avrei tanta voglia di ritornare nel nido. In quel luogo del passato in cui tutto era più facile e spensierato e gli unici doveri erano quelli di sperimentare ed imparare. 
Ricordo ancora con piacere i 'miei' tempi in cui i livelli di allerta e di paura, pur vivendo in una grande e affollata città, erano decisamente più bassi. Alle scuole elementari ci andavo 'accompagnata' da altri bambini e in spalla portavo la cartella rettangolare che doveva durare per tutto il quinquennio.
Noi, da soli, ci facevamo scaltri e attenti anche solo percorrendo un breve tragitto. Ancora oggi mia mamma, con una punta di orgoglio nella voce, si diverte a raccontare che a 3 anni ogni tanto pedalavo con la mia biciclettina, in compagnia del mio amato Cicciobello, fino ad arrivare all'edicola che distava 5 minuti da casa, per acquistare il quotidiano per il mio babbo.
La cosa che più mi manca di quegli anni è il tempo dedicato al gioco e all'invenzione dei nostri divertimenti. Abitavo in un condominio in cui c'erano tanti bambini. D'estate le nostre giornate erano vita di cortile; l'inverno invece lo trascorrevamo, a turno, nelle case dei vicini che erano un po' la nostra famiglia allargata. Mi dicono in tantissimi che il nostro era un condominio un po' speciale, le nostre mamma si scambiavano le pietanze che preparavano e tutti insieme facevamo gite fuori porta. I tornei di ping-pong e un'edizione memorabile delle Olimpiadi condominiali hanno contribuito ad instaurare un legame profondo, di gratitudine e solidarietà che ancora mi rende orgogliosa di quell'insolito condominio.
Sono stata fortunata a vivere la mia infanzia in quegli anni, dove la raccomandazione più in voga -'non accettare caramelle dagli sconosciuti'- era l'unico avvertimento nei confronti del mondo esterno. La condizione odierna in cui vivono i bambini mi suscita invece delle riflessioni: nativi digitali, abilissimi con i dispositivi elettronici, svegli e anche un po' smaliziati ma che vivono in spazi fisici e metaforici sempre più stretti, fatti di paura, egocentrismo e insicurezza. Ma chi ha gettato addosso a questi bambini il peso delle paure di noi adulti? Cosa ha contribuito a peggiorare la realtà e la società in cui viviamo?
Ai miei tempi c'era molto spazio per la creatività, la manualità, la libertà di poter diventare grandi sperimentando il mondo magari con un pizzico di incoscienza ma che ricordava le avventure dei romanzi per ragazzi che tanta narrativa ci ha regalato. Ma oggi, quali sono i desideri che i bambini hanno per il loro futuro? Sognano ancora di diventare astronauti, esploratori o ballerine? Oppure vogliono fare i calciatori e le veline? Mi piacerebbe chiedere ai bambini che idea hanno del mondo oltre a quello visto attraverso la TV, il computer o lo smartphone. Chissà se sono ancora in grado di inventare i loro sogni e non solo di prenderli in prestito...
Vi saluto con un veloce suggerimento, che prende la forma del 'mio' nido per il progetto Rice Design. Perché a tutti i bambini sia concesso di avere un nido in cui ritornare :-)


Nido al sapore di timo

Spaghetti integrali Riso Scotti
Carote
Zucchine
Uova di quaglia
Timo
Olio extravergine di oliva
sale

Cuocere gli spaghetti fino alla quasi completa cottura, scolarli e versarli in una ciotola e condirli con un po’ di olio extravergine. Accendere il forno a 180°, posizionare su una teglia un foglio di carta da forno e arrotolare gli spaghetti aiutandosi con un coppapasta per mantenerli in forma. Mettere la teglia con gli spaghetti in forno e terminare la cottura facendo attenzione a non far seccare gli spaghetti. Lessare le uova di quaglia, farle raffreddare e tagliarle a metà.
Tagliare a striscioline sottili una zucchina e una carota e farle saltare per pochi minuti in una padella con olio extravergine, un po’ di timo fresco e sale qb. Servire gli spaghetti accompagnandoli con le verdurine croccanti, le uova di quaglia e qualche fogliolina di timo.

17 novembre 2013

Look&Taste: morbida croccantezza


Proseguo ancora per qualche settimana con i suggerimenti Rice Design. Questa volta con un piccolo esperimento 'tecnico' utilizzando il mio amato-odiato cioccolato di cui ho preso pienamente coscienza dopo un corso di cioccolateria professionale. Lo dico ad alta voce: lavorare il cioccolato non è un gioco da bambini!
Il temperaggio richiede una buona materia prima, manualità, esperienza e tanta voglia di pulire la cucina se si decide di usare il metodo del raffreddamento su un piano di metallo o di marmo. I fallimenti sono in agguato, le temperature vanno controllate con attenzione perché con l'approssimazione si corre il rischio di condannare il cioccolatino ad una patina bianca antiestetica che non piace a nessuno. E cosa vogliamo dire delle impronte in agguato quando si maneggiano queste lavorazioni estratte dagli stampi e del calore della mani che inevitabilmente agisce su questo sottile strato croccante neppure avessi sulla punta delle dita un piccolo radiatore? Forse i maestri cioccolatieri lavorano in celle frigorifere? Se qualcuno ha consigli e trucchi da suggerirmi verrà accolto a braccia aperte.

Questa volta la 'regola del principiante' che vuole che al primo colpo le cose vadano bene, mi ha regalato, senza temperaggio, un sottile strato di cioccolato lucido e gradevole agli occhi. Va da sé che questa volta l'ho avuta vinta io e così sono riuscita a fare qualche scatto prima che sparissero inesorabilmente dal piatto.


Cannoncini al cioccolato fondente con ripieno di morbida crema al biscotto
Per 12 pezzi

200 gr di cioccolato fondente al 50%
100 gr di biscotti Krumiri Riso Scotti
250 gr di ricotta di latte vaccino
70 gr di zucchero di canna chiaro
1 uovo
gherigli di noce
albicocche disidratate

Preparazione dei cannoncini
Ritagliare 12 quadrati (10x10 cm) da un foglio di acetato per uso alimentare.
Tagliare in piccoli pezzi il cioccolato e farlo sciogliere a bagnomaria. Quando sarà pronto, posizionare un cucchiaio abbondante di cioccolato quasi al centro del quadrato di acetato; attendere circa 30 secondi e poi tirarlo con una spatola di acciaio in uno strato non molto sottile fino a ricoprire quasi tutta la superficie (ad eccezione di una striscia larga circa 1 cm che servirà per chiudere il cannolo). Attendere una ventina di secondi e poi arrotolare l’acetato facendo coincidere i due lembi di cioccolato; bloccare il rotolino con del nastro adesivo. Una volta preparati tutti i cannoncini, metterli in frigorifero a solidificare per circa 12 ore. L’acetato andrà rimosso dopo aver farcito il cannoncino

Preparazione della crema al biscotto
Ridurre in polvere i biscotti Krumiri Riso Scotti utilizzando un mixer. Versarli in una ciotola e aggiungere la ricotta, lo zucchero e l’uovo e amalgamare accuratamente. Una volta ottenuta una crema morbida e uniforme, aggiungere a piacere pezzettini di noci e albicocche disidratate.
Usare un sac-a-poche per farcire i cannoncini almeno 4-5 ore prima di servirli.

10 novembre 2013

Look&Taste: questione di punti


A partire dal mese di ottobre, a Milano, è in corso una mostra che si intitola "Brain-Il cervello. Istruzioni per l'uso" a cui non potrò mancare per una serie di ragioni a voi già note oltre al fatto che tempo fa, ho dedicato a questo organo anche un post  in cui (mi) invitavo ad 'accenderlo'. Quindi trovandomi nelle vicinanze di una mostra che parla solo di Lui (il cervello) mi sento in dovere di visitarla. 
Uno dei miei sogni sarebbe proprio quello di curiosare nel cervello di coloro che hanno la capacità di produrre concretezza partendo da un'idea immateriale che nasce e cresce tra le anse della materia grigia. Qualche giorno fa ho letto in rete un articolo che cercava di spiegare l'intelligenza di quel genio di Einstein che con tutta probabilità era da imputare alla forma del suo cervello. Non è un mistero il fatto che l'emisfero destro controlla e sovraintende le funzioni legate alla creatività e alle intuizioni mentre la parte sinistra è finalizzata alla razionalità e al pensiero logico; non sarà un caso che parecchie persone che utilizzano la mano sinistra per compiere i gesti comuni nella quotidianità abbiano qualità artistiche superiori rispetto ai destromani. Sarebbe bello come nel famoso e datato film "Viaggio allucinante", i cui protagonisti una volta miniaturizzati venivano iniettati nel corpo umano alla ricerca dell'embolo perduto, poter intraprendere un viaggio nel cervello in mezzo a sinapsi e neuroni per scovare la scintilla che dà origine alle meraviglie che l'essere umano è in grado di produrre. Tuttavia mi domando se questa genesi è uno sforzo creativo applicato o una pura intuizione. Le idee arrivano dormendo o è necessario impegnarsi per evocarle? I grandi artisti come alimentavano le loro idee? E' necessario avere conoscenza ed esperienza per generare e stimolare il processo creativo? 
A me piace immaginare le idee come germogli nascosti nella terra (cerebrale) che se opportunamente innaffiati e curati possono crescere e dare vita ad una pianta-idea; tuttavia se fosse davvero fosse così, il mio cervello necessita dell'intervento del giardiniere. :-)
Vi lascio con un'altra idea per Rice Design di Riso Scotti, questa volta un'idea a forma di mousse punteggiata con la marmellata che più vi piace.


Mousse al (finto) zabaione 
Per 6 ciotoline

30 ml di Latte di Riso Scotti
2 cucchiai e mezzo di fecola di patate
4 uova
80 gr di zucchero
100 gr di burro a temperatura ambiente 

Stemperare la fecola di patate nel latte di riso tiepido facendo attenzione a non formare grumi. Separa i tuorli dagli albumi. Cuocere a bagnomaria i tuorli con lo zucchero e il latte di riso per circa 10-15 minuti fino a quando il composto non è diventato denso mescolando di frequente. Incorporare il burro poco alla volta fino al completo scioglimento. Lasciare raffreddare lontano dal fuoco.
Quando il composto si sarà raffreddato, in un’altra ciotola montare a neve ferma gli albumi lasciati precedentemente da parte. Incorporare a piccole dosi gli albumi alla crema mescolando dal basso verso l’alto facendo attenzione a non smontarli.
Distribuire in piccole ciotole mono porzione e porre in frigorifero per qualche ora. Servire con gocce di marmellata (nella foto marmellata ai lamponi e marmellata allo zenzero e zucca).