26 gennaio 2012

Un salto nella Bassa: pisarei e fasò (a modo mio)

Se potessi esprimere un desiderio, vorrei avere una giornata di 35 ore oppure vincere alla lotteria per poter trascorrere ogni minuto del mio tempo a fare quello che più mi piace. Invece dal lunedì al venerdì la mia vita si srotola tra l'ufficio, i mezzi pubblici e le incombenze (ridotte all'essenziale) di tutte le persone che lavorano. In settimana, dopo una giornata di 12 ore trascorsa tra ufficio e metropolitana, per me è impensabile anche solo l'idea di trascorrere un paio di ore dietro la macchina fotografica per immortalare quello che ho nel piatto. Il sabato, poi, è una giornata ancora più incasinata: tutto quello che non ho potuto fare in settimana (cioè quasi nulla) si condensa in poche ore. Così la domenica rimane l'unico spazio temporale da dedicare, finalmente, ai mille interessi che si rincorrono nella mia vita: cucinare, fotografare, leggere, pianificare i miei sogni, contribuire al progetto della neonata associazione che ho fondato con un gruppo di amici, leggere i foodblog arretrati, correggere le bozze del secondo romanzo che sta scrivendo un collega, guardare un film tra quelli che vorrei vedere e che ormai sono lì in attesa da almeno un paio di anni, fare una passeggiata, vedere qualche cara amica oltre a riuscire a riposarmi un pochino dato che la sveglia in settimana suona quando fuori è ancora buio pesto :-(
Probabilmente nemmeno 35 ore giornaliere basterebbero per fare tutto e allora quando mi dedico a qualcosa che mi piace cerco di massimizzare il tempo che ho a disposizione e ci dò dentro cucinando 2-3 piatti e scattando foto come se fossi prossima alla pubblicazione di un libro. Questi Pisarei e fasò (pisarei e fagioli) sono il risultato di una di quelle domeniche.
Un gustoso piatto della tradizione piacentina  composto da gnocchetti di farina e pangrattato, impastati con acqua e conditi con un sugo di fagioli e pomodori. Praticamente una pasta e fagioli asciutta e decisamente gratificante. Come tante ricette della tradizione, i pisarei e fasò sono cucinati in diverse varianti, ed è per questo motivo che non esiste una versione unica della ricetta o perlomeno, io non l'ho trovata.
Quindi vi riporto la ricetta che prepara la mia mamma ferrarese che se magari non è proprio quella piacentina, a me regala sempre un sorriso di soddisfazione quando la mangio.

Pisarei e fasò
per 4 persone

500 gr farina 00
30 gr pangrattato
200 gr fagioli borlotti secchi
30 gr di lardo
1 spicchio d'aglio
un pò prezzemolo
1 latta di pomodori a pezzettoni
4 foglie di basilico
1 cipolla
1 cucchiaio di olio extravergine di oliva
1 noce di burro
sale & pepe

La sera prima mettere in una ciotola i fagioli ricoperti d'acqua e lasciare riposare per almeno 12 ore. Il giorno successivo cuocere i fagioli con acqua, mezza cipolla e un cucchiaio di olio. A metà cottura, con un mestolo forato, scolare i fagioli e riporli in un piatto. Conservare l'acqua di cottura.
Mettere sul tavolo 470 gr di farina, fare un buco al centro e aggiungere il pangrattato bagnato con un pò acqua bollente. Impastare aggiungendo lentamente acqua calda a sufficienza per ottenere una pasta soda e non appiccicosa. Lavorare energeticamente per circa 10-15 minuti.
Fare dei piccoli salsicciotti di pasta e tagliare dei gnocchetti di circa 1 cm e pigirli con il pollice sul tavolo ben infarinato.
Porre una pentola capiente sul fuoco, mettere una noce di burro, mezza cipolla tritata finissima e il lardo pestato con lo spicchio d'aglio e il prezzemolo; lasciare rosolare per qualche minuto e aggiungere il pomodoro, i fagioli scolati, il basilico, il pepe e un bicchiere di acqua calda dei fagioli. Far cuocere a fuoco moderato e salare quando i fagioli sono quasi cotti. A cottura ultimata il sugo dovrà essere denso e abbondante e se durante la preparazione il sugo dovesse asciugare, aggiungere altra acqua di cottura dei fagioli calda. In una pentola portare ad ebollizione abbondante acqua salata e buttarci i pisarei mescolandoli con delicatezza e facendoli cuocere per circa 15 minuti. Scolarli con un mestolo bucato e metterli in una zuppiera. Condirli con il sugo e una bella spolverata di formaggio.

4 gennaio 2012

SSSSSShhhhh...arrivano i biscotti.

Direi che sono in controtendenza. 
Mentre su quasi tutti i foodblog l'argomento 'biscotti-regali-Natale' si è ormai esaurito da giorni sostituito da ricette di zuppe, pastine e minestrine depuranti e 'defaticanti' per sanare i pasti abbondanti di queste feste, io pubblico un post di biscotti di pasta frolla con tanto di fiocco rosso. Decisamente in controtendenza anche se supportata da alcuni motivi. 
Il primo motivo: il tempo. Come accade ormai da diversi anni, ho lavorato fino all'ultimo giorno del 2011 e il mese di dicembre si è ormai guadagnato il titolo di 'mese tour de force'; sono quindi stata impossibilitata a dedicare del tempo alla 'cucina di qualità' intesa come "preparo qualcosa, penso a come fotografarla, allestisco il set, scatto foto per quelle due-tre ore, seleziono le immagini, faccio qualche ritocco in post produzione e scrivo il post"; in sintesi la mia cucina nel mese di dicembre è stata di pura sussistenza. Solo in questi giorni, dopo aver recuperato un pò di tranquillità, ho pensato di dedicare qualche ora alla preparazione di questi biscotti cucinati durante il corso di pasticceria. 
Il secondo motivo: le date e le scadenza. Ho infiocchettato questi biscotti coerentemente con l'incosueta tempistica che scandisce la mia vita: da diversi anni non faccio nessun regalo nelle occasioni 'ufficiali' (Natale, compleanno, anniversari, ecc.), ma ho invece scelto di regalare 'al di fuori' delle convenzioni e della date stabilite; regalo quando ne ho voglia, quando il desiderio del dono mi nasce spontaneo e non quando una data me lo impone. Con grande entusiasmo consegno agli amici e alle persone care, in una data qualunque dell'anno, pacchetti infiocchettati, pasticcini, cioccolatini, vasi di fiori, libri e quanto mi viene in mente e vi assicuro che è davvero divertente osservare lo stupore che si dipinge sui volti di coloro che ricevono un pacchetto senza alcun motivo. Questa è la mia filosofia del 'donare'. 
Il terzo motivo: le giuste quantità. A Natale ho mangiato 4 polpettine di melanzane (dimensione fingerfood) e un risotto con gli scampi. Punto. Nulla di più. Nessuna fatica, nessuna rinuncia. Mi avrà forse agevolato la consapevolezza che tutto quello che posso mettere in tavola a Natale e a Capodanno lo posso mangiare tutto l'anno? A parte il panettone e il pandoro e alcuni frutti esotici, tutto il resto lo trovo anche il 30 agosto sugli scaffali del supermercato (compreso il cotechino e il capitone) e quindi mi sono chiesta che senso avesse abbuffarmi fino allo sfinimento dal 24 dicembre al 6 gennaio.  Così senza troppi sensi di colpa mi sono regalata dei biscottini di frolla ;-)
Il quarto e ultimo motivo: la passione per questi biscotti. Me li comprava mia mamma quando ero piccola, ora me li compro da sola quando voglio regalarmi una parentesi felice. Sono stati argomento del corso di pasticceria nella serata della biscotteria insieme agli assabesi, ai baci di dama e agli ungheresi. Quello che più mi stupisce di queste Esse è il delicato equilibrio tra zucchero e burro: nessuno dei due ingredienti prende il sopravvento sull'altro e insieme riescono a regalare una frolla friabilissima e delicatissima. Durante il corso erano riusciti benissimo e nella cucina di casa sono riusciti altrettanto buoni. La versione bianca è da prima colazione mentre quella metà cioccolato può essere servita per una merenda sfiziosa.
...e se proprio avete bisogno di un pretesto per regalare queste bontà, fate come me: prendete in prestito quello che il Cappellaio Matto e la Lepre Marzolina cantavano ad Alice (nel Paese delle Meraviglie) '...noi tutti abbiam un compleanno ogni anno ed uno solo all'anno ahimè ce n'è, ma ci sono 364 non-compleanni che quindi preferiamo festeggiar...'
Buon non-compleanno!

Biscotti Esse
per circa 45 biscotti (altezza 4-5 cm)

Frolla per sac à poche:
325 gr di burro
188 gr zucchero a velo
100 gr di uova
500 gr di farina 00
33 gr di fecola di patate 

Il processo per la preparazione della frolla è lo stesso di quello seguito per la torta al cocco, ve lo riporto per comodità:

Estrarre il burro dal frigorifero e posizionarlo sul piano di lavoro. Tagliarlo a pezzetti con una spatola, senza mai toccarlo con le mani, e inziare a spalmarlo sul piano di lavoro come se fosse una pomata. Quando il burro avrà raggiunto la consistenza di una crema, aggiungere lo zucchero a velo e impastare riducendo al minimo il contatto con le mani per non surriscaldare l'amalgama. Dovrete ottenere in pochi minuiti un panetto omogeneo. A questo punto aggiungere le uova e impastare velocemente fino al completo assorbimento. Aggiungere al composto la farina setacciata e la fecola ed amalgamare con un movimento dal basso verso l'alto cercando di ridurre al minimo il contatto con le mani per non scaldare troppo il burro. Una volta che l'impasto sarà uniforme, metterne una parte nel sac à a poche con un beccuccio grande rigato e formare delle 'S' sulla teglia ricoperta da carta da forno.
Infornare a forno già caldo (180° forno statico o 160° forno ventilato) per circa 20 minuti (o fino a quando il biscotto non sarà leggermente dorato). Estrarre dal forno e lasciare raffreddare per circa un'ora.


Glassatura al cioccolato fondente
Scaldare un pò di acqua in una pentola, quando avrà quasi raggiunto la temperatura di ebollizione, spegnere il fuoco e posizionare su di essa la bastardella contenente il cioccolato frantumato in piccoli pezzi. Il calore del vapore aiuterà il cioccolato a sciogilersi. Aggiungere al cioccolato un pò di latte per rendere più fluido il composto e per agevolarci con la glassatura. Non appena il cioccolato sarà completamente sciolto, immergere metà biscotto, scolare la quantità in eccesso e appoggiarlo sopra ad un foglio di carta da forno per l'asciugatura. Ci vorranno almeno 12 ore (a meno che non abbiate un abbattitore).