16 settembre 2013

La mia terza Mela: capolavori


Ancora una volta scriverò di New York e questa volta aggiungerò anche una ricetta. Seguendo ormai la mia natura di foodblogger fortemente influenzata dalla forma e dal colore (ve l'avevo detto QUI che ero in cerca del quid), ho voluto rendere omaggio a una della cose più soprendenti che ho trovato a New York: l'ARTE.
La scelta è quindi ricaduta su tre risotti dai colori saturi tipici della Pop Art e da una serie di puntini come citazione e modesto riferimento ad un'artista che vi svelerò alla fine di questo post.
Come dicevo, una delle più belle scoperte della Mela sono stati i musei. Mai avrei pensato che ci fosse una tale concentrazione di arte custodita tra i grattacieli di questa città; un numero tale di capolavori che permettono a New York di non temere il confronto con il Louvre o i musei italiani. I principali musei in città sono 4: il MET (The Metropolitan Museum of Art) il Guggenheim Museum, il MOMA (The Museum of Modern Art) e il Museo di Storia Naturale. Due parole su quest'ultimo che raccoglie nelle sue sale la storia dell'evoluzione del pianeta e delle popolazioni che lo abitano. Un luogo adatto ai bambini, che potranno osservare le ricostruzioni di ambienti naturali popolati da animali (finti) e la storia dei nostri antenati anche se la vera attrazione è l'ampia sezione dedicata ai dinosauri.
Vi confesso però che il mio interesse era rivolto soprattutto verso gli altri tre santuari dell'arte che  ho elencato qui sopra. Iniziamo con il MET: ampio e vasto museo, con un'offerta analoga a quella del Louvre; purtroppo è indispensabile scegliere cosa visitare a meno che non si decida di trascorrere tre giorni al suo interno. Data la mia passione per la pittura europea dal 1500 al 1800 ho scelto di vedere per prime le sale che ospitano i capolavori di quei tre secoli (parliamo di maestri del calibro di Caravaggio, Goya, Raffaello, gli Impressionisti e i pittori della scuola olandese). La visita è poi proseguita con le opere dell'arte moderna che mi hanno lasciata a bocca aperta.


Il secondo museo che ho visitato è stato quella magnifica opera architettonica che è il Solomon R. Guggenheim Museum progetto dell'architetto Frank Lloyd Wright.




Purtroppo l'interno della spirale era completamente fasciato da teli bianchi perché il museo, in questi mesi, ospita l'esposizione temporanea dell'artista James Turrell. Quella che vedete qui sotto è l'immagine della spirale ascendente vista dall'ingresso. Alcuni materassini appoggiati sul pavimento, permettono ai visitatori di sdraiarsi per osservare la variazioni di colore generate dalle luci proiettate sui teli. Il museo, secondo la concezione di Wright, dovrebbe essere visitato partendo dall'altro per poi proseguire verso il basso, ma visto l'elevato numero di visitatori, il percorso circolare inizia dal basso con piani orizzontali che intersecano la spirale in cui è possibile visitare esposizioni temporanee e la collezione della famiglia Guggenheim.


Ma la vera sorpresa mi è stata regalata da un giorno di pioggia battente che mi  ha spinta dritta dritta al MOMA. Il museo è meraviglioso. Un ampio atrio accoglie i visitatori che, dopo aver passato i controlli, possono accedere ad un fornitissimo bookstore con libri e monografie di arte, architettura e fotografia. Un angolo da perderci la testa (e il portafoglio). La visita prosegue salendo i piani del museo. I capolavori dell'arte moderna, quali le serigrafie di Warhol, le pitture di Roy Lichtenstein, gli schizzi su tela di Pollock e altre innumerevoli opere d'arte, riempiono il cuore e l'anima del visitatore. Non vi nego una certa commozione alla vista di certi capolavori che ho studiato per tanti anni sui libri di scuola e dell'università. Sono davvero convinta che l'arte elevi l'essere umano perché così tanta creatività, innovazione, coraggio e visione del futuro non possono che essere uno dei motori che ci spingono in avanti, perché si tratta di emozioni in grado di nutrire la mente e l'anima come il cibo nutre il nostro corpo.
Di seguito qualche scatto per nulla esplicativo di quello che potrete trovare in quegli spazi.


Ma l'arte a New York, non è solo racchiusa tra le 4 mura dei musei, spesso si possono trovare in giro per la città, curiose installazioni come quella che potete vedere qui sotto.


Uno dei distretti di New York, Chelsea, è addirittura famoso per le sue numerose Gallerie d'Arte; purtroppo nel mese di agosto erano quasi tutte chiuse perché in fase di allestimento per l'apertura della nuova stagione. Qualche galleria però l'ho trovata aperta e davanti all'opera di questo artista che ha usato del cibo (finto) per allestire una sua creazione, mi sono sentita in dovere di documentarla per mostrarvela (sotto).


Girando tra le gallerie aperte, mi sono imbattuta in un'artista che, a mio avviso, dà vita a delle straordinarie sculture. Lei si chiama Carole A. Feuerman e vi consiglio di visitare il suo sito web (QUI) perché i sui lavori sono talmente iperrealistici da far venire il sospetto che le fotografie ritraggono persone vere e immobili nella loro bellezza. La nuotatrice che vedete qui sotto a grandezza naturale, oltre a farmi sorgere il fortissimo desiderio di acquistarla a tutti i costi (sarà per via di quell'incantevole cuffia fatta con cristalli Swarovski?), mi ha confermato ancora una volta di quanto l'arte faccia parte del tessuto urbano della città (per chi fosse interessato, l'opera costa 'solo' 168.000$ !!!).


Per concludere questa brevissima panoramica sull'offerta che la Mela può offrire a chi ama come me le forme e i colori, qui di seguito la ricetta di tre risotti e dei 'puntini' al sapore di aceto balsamico.


Risotti ai 3 sapori con gocce di aceto balsamico
per due persone

Per i risotti
200 gr di riso Carnaroli
mezza cipolla
1 litro di brodo vegetale
1 bicchiere di vino bianco
1 bustina di zafferano
50 gr di spinaci surgelati
40 gr di barbabietola (già cotta)
olio extravergine di oliva
sale

Per la riduzione al balsamico
mezzo bicchiere di aceto balsamico
2-3 cucchiai di miele

Mettere in un pentolino l'aceto balsamico e portalo ad ebollizione insieme al miele fino a quando in liquido non inizierà ad asciugarsi. La quantità di miele dipenderà da tipo di aceto che userete. La riduzione potrà essere preparata anche il giorno prima e nel caso si indurisse troppo, basterà immergerla in acqua calda.

Preparare il brodo vegetale usando verdure a piacere (per me il classico sedano, cipolla, zucchina e carota), aggiustare di sale. Filtrare il brodo. Al momento della preparazione del risotto, rimetterlo sul fuoco e tenerlo sempre ben caldo.

Mettere gli spinaci ancora congelati in un padellino con un cucchiaio di acqua e farli scongelare coperti per circa 5 minuti. Scolarli, schiacciarli molto bene per far uscire tutta l'acqua e poi frullarli riducendoli in crema (se necessario aggiungere un pochino di olio).

Sbucciare la barbabietola, tagliarla a pezzetti e con un l'aiuto di un frullatore ridurla in crema omogenea.

Tritare finemente la cipolla, farla rosolare a fuoco basso in una padella con un paio di cucchiai di olio; aggiungere il riso e farlo tostare per qualche minuto. Aggiungere il bicchiere di vino bianco e alzare la fiamma per fare evaporare la parte alcolica; dopo qualche minuto aggiungere un paio di mestoli di brodo e continuare a mescolare ripetendo il procedimento non appena il brodo verrà assorbito. Portare a cottura il risotto aggiustando di sale. Mantecare con burro a piacere e lasciare riposare un paio di minuti.

Riprendere il risotto e dividerlo in tre parti. Alla prima aggiungere la crema di spinaci, alla seconda la crema di barbabietole e alla terza lo zafferano precedentemente sciolto in mezzo mestolo di brodo.

Servite i 3 risotti come preferite: a strati in un bicchiere, guarniti con scaglie di parmigiano e qualche goccia di riduzione all'aceto oppure servirli come antipasto dandogli la forma di piccole polpettine colorate.

** Avete capito i puntini a chi alludono? Ma ai quadri di Roy Lichtenstein!