Ci sono momenti in cui avrei tanta voglia di ritornare nel nido. In quel luogo del passato in cui tutto era più facile e spensierato e gli unici doveri erano quelli di sperimentare ed imparare.
Ricordo ancora con piacere i 'miei' tempi in cui i livelli di allerta e di paura, pur vivendo in una grande e affollata città, erano decisamente più bassi. Alle scuole elementari ci andavo 'accompagnata' da altri bambini e in spalla portavo la cartella rettangolare che doveva durare per tutto il quinquennio.
Noi, da soli, ci facevamo scaltri e attenti anche solo percorrendo un breve tragitto. Ancora oggi mia mamma, con una punta di orgoglio nella voce, si diverte a raccontare che a 3 anni ogni tanto pedalavo con la mia biciclettina, in compagnia del mio amato Cicciobello, fino ad arrivare all'edicola che distava 5 minuti da casa, per acquistare il quotidiano per il mio babbo.
Noi, da soli, ci facevamo scaltri e attenti anche solo percorrendo un breve tragitto. Ancora oggi mia mamma, con una punta di orgoglio nella voce, si diverte a raccontare che a 3 anni ogni tanto pedalavo con la mia biciclettina, in compagnia del mio amato Cicciobello, fino ad arrivare all'edicola che distava 5 minuti da casa, per acquistare il quotidiano per il mio babbo.
La cosa che più mi manca di quegli anni è il tempo dedicato al gioco e all'invenzione dei nostri divertimenti. Abitavo in un condominio in cui c'erano tanti bambini. D'estate le nostre giornate erano vita di cortile; l'inverno invece lo trascorrevamo, a turno, nelle case dei vicini che erano un po' la nostra famiglia allargata. Mi dicono in tantissimi che il nostro era un condominio un po' speciale, le nostre mamma si scambiavano le pietanze che preparavano e tutti insieme facevamo gite fuori porta. I tornei di ping-pong e un'edizione memorabile delle Olimpiadi condominiali hanno contribuito ad instaurare un legame profondo, di gratitudine e solidarietà che ancora mi rende orgogliosa di quell'insolito condominio.
Sono stata fortunata a vivere la mia infanzia in quegli anni, dove la raccomandazione più in voga -'non accettare caramelle dagli sconosciuti'- era l'unico avvertimento nei confronti del mondo esterno. La condizione odierna in cui vivono i bambini mi suscita invece delle riflessioni: nativi digitali, abilissimi con i dispositivi elettronici, svegli e anche un po' smaliziati ma che vivono in spazi fisici e metaforici sempre più stretti, fatti di paura, egocentrismo e insicurezza. Ma chi ha gettato addosso a questi bambini il peso delle paure di noi adulti? Cosa ha contribuito a peggiorare la realtà e la società in cui viviamo?
Ai miei tempi c'era molto spazio per la creatività, la manualità, la libertà di poter diventare grandi sperimentando il mondo magari con un pizzico di incoscienza ma che ricordava le avventure dei romanzi per ragazzi che tanta narrativa ci ha regalato. Ma oggi, quali sono i desideri che i bambini hanno per il loro futuro? Sognano ancora di diventare astronauti, esploratori o ballerine? Oppure vogliono fare i calciatori e le veline? Mi piacerebbe chiedere ai bambini che idea hanno del mondo oltre a quello visto attraverso la TV, il computer o lo smartphone. Chissà se sono ancora in grado di inventare i loro sogni e non solo di prenderli in prestito...
Vi saluto con un veloce suggerimento, che prende la forma del 'mio' nido per il progetto Rice Design. Perché a tutti i bambini sia concesso di avere un nido in cui ritornare :-)
Nido al sapore di timo
Spaghetti integrali Riso Scotti
Carote
Zucchine
Uova di quaglia
Timo
Olio extravergine di oliva
sale
Cuocere gli spaghetti fino alla quasi completa cottura, scolarli e versarli in una ciotola e condirli con un po’ di olio extravergine. Accendere il forno a 180°, posizionare su una teglia un foglio di carta da forno e arrotolare gli spaghetti aiutandosi con un coppapasta per mantenerli in forma. Mettere la teglia con gli spaghetti in forno e terminare la cottura facendo attenzione a non far seccare gli spaghetti. Lessare le uova di quaglia, farle raffreddare e tagliarle a metà.
Tagliare a striscioline sottili una zucchina e una carota e farle saltare per pochi minuti in una padella con olio extravergine, un po’ di timo fresco e sale qb. Servire gli spaghetti accompagnandoli con le verdurine croccanti, le uova di quaglia e qualche fogliolina di timo.
Carissima Roberta,
RispondiEliminache tuffo nel passato leggendo il tuo post di quelli che erano anche i miei tempi... stesse raccomandazioni sulle caramelle dagli sconosciuti, stessa spensieratezza nel doversi ingegnare per inventarsi qualche gioco nuovo o anche solo per sognare ad occhi aperti. Oggi in effetti molte di queste cose sono state superate ed i bambini vengono sovrastati dalle frenesie degli adulti, dalla "pappa pronta", dalle mille diavolerie tecnologiche che non lasciano spazio all'immaginazione. Ci sono i pro ed i contro, per carità... lungi da me dire che tutti i cambiamenti siano stati negativi, ma di sicuro i bimbi di oggi si perdono qualcosa della loro infanzia; la spensieratezza, la gioia di scoprire o creare certe cose da soli senza che gli vengano servite su un piatto d'argento qualcosa che non potranno certo più recuperare.
Parlando invece della tua ricetta, molto bella la foto che hai scattato. E non dico solo dal punto di vista tecnico, ma sotto l'aspetto ancor più difficile dell'idea... bello l'accostamento dei colori, la ricerca dello sfondo e l'abbinamento con quel tovagliolo tovaglietta che sembra fatto apposta.
A proposito, il nido è culla di vita nuova, culla di idee, di sogni... spero sia auspicio di qualcosa di positivo tra i tuoi sogni e le tue idee per il futuro.
A presto :)
Flavio
ciao Flavio, sicuramente ci sono anche tanti aspetti positivi nella società odierna, tuttavia si sta smarrendo quel senso di solidarietà spontanea che percepivo quando ero piccola e soprattutto quella libertà di sperimentare da soli per prepararsi a diventare grandi. Manca la fase di mezzo e se fino al giorno prima il genitore ti portava a scuola, dal giorno dopo si va in discoteca fino alle 3 di mattina (anche se ovviamente non sono tutti così i ragazzi). Spero che il mio nido non sia solo il luogo del ritorno ma anche quello della ripartenza. Grazie per l'augurio :-)
EliminaMi son ritrovata spesso a pensare che a mettere al mondo un figlio oggi...in questo mondo...ci vuole coraggio! E se non mi vedessi ormai fuori età per diventare genitore (la mamma "nonna" non fa per me!) non so se quel coraggio riuscirei a trovarlo. Quel nido credo di non averlo mai abbandonato davvero e forse anche per questo il mondo di oggi mi fa ancora più paura, chiusa nel mio guscio immaginario.
RispondiEliminaChe dirti se non che sono incantata...ancora una volta piacevolmente incantata...dalla tua fantasia? I tuoi piatti sono dei veri e propri quadri. Un bacione, buona serata
Grazie Fede, ci sarebbe molto da dire sui nostri gusci e sui nostri nidi in cui ci rifugiamo ogni tanto. Ma la paura spesso è solo nella nostra testa, una suggestione che sarebbe bello scacciare con una manata :-)
EliminaUn abbraccio grande, prima o poi ti verrò a trovare nel tuo guscio ;-)
compe sempre bellissimo il tuo progetto!sul nido che dirti...da mamma cerco di crearlo il più possibile ma al mondo d'oggi davvero non è facile sempre proteggerli...si spera davvero che possona si spiccare il volo, ma solo quando saranno in grado di capire a loro volta che sarà bello crearsi un nido...
RispondiEliminauff...un commento lungo una vita perso....ottimo il tuo progetto! come mamma penso anche io spesos al nido, a cercare di costruirlo bello solido ma al mondo d'oggi è sempre più difficile proteggerli!speriamo che un giorno spiccheranno il volo ma solo quando avranno capito l'importanza di di saper costruire un nido a loro volta!
RispondiEliminaMaledetto blogger che distrugge i messaggi lunghi! :-)
EliminaHai ragione, penso che i genitori debbano dare ai bambini gli strumenti per imparare a spiccare il volo...e a ritornare :-)
Un abbraccio
Mi hai fatto ricordare che i primi 7 anni della mia vita li ho trascorsi a Trezzano sul Naviglio, quartiere Zingone. Che oggi non è che sia proprio il posto più sicuro al mondo. Ma che quando ero piccola, stava appena nascendo ed i palazzi erano nuovi, la gente si conosceva tutta e mia sorella ed io eravamo le padrone di quel mondo che ricordo color cemento. Giocavamo sotto i terrazzi del primo piano preparando le pizzaiole fatte di foglie pestate e cosparse di polvere di mattone. Incartavamo sassi nel giornale come patate vendute al mercato, e questi ricordi, di quel posto e di quella gente occupano nel mio cuore uno spazio speciale, dal sapore agrodolce. Mi ci hai riportata di botto, come uno schiaffo, come una macchina del tempo. Sono talmente emozionata che sorvolo sulla ricetta.
RispondiEliminaUn bacio tesoro.
Ma dai! Io facevo i budini di fango e ci univo una specie di prezzemolo che trovano in giardino. Per non parlare di quella volta che succhiai un ramo di betulla pensando che fosse uguale al rametto di liquirizia che si comprava nei negozi di caramelle :-) Potremmo scrivere fiumi di ricordi cara Patty e sai che divertente nostalgia riemergerebbe.... bacione
EliminaTesoro, non posso che condividere questo tuo post. Dalla prima all'ultima riga, e con una lacrima che mi riga la guancia, perché mi hai ricordato come trascorrevo la mia infanzia, esattamente come te: cortile in estate, casa dei vicini in inverno...che bei ricordi! Le persone sono arrivate a un grado di chiusura e di paura che ha dell'incredibile! Prima o poi però ci sarà un'inversione, per forza...
RispondiEliminaBellissima la tua proposta di oggi :)
Bacini bacini
Ma esistono ancora i cortili? Ma soprattutto si può giocare ancora in cortile? Liberiamo i bambini!! :-D
Eliminabaci
A casa mia esiste. C'è il cortile, ci sono decine e decine di bambini, c'è sempre un pallone che rotola ed un altalena che cigola. Ci sono mamme e babbi a chiacchierare e c'è la "braciata" di fine estate o di primavera con tutti i vicini. Stranamente, ma è così e ringrazio il cielo perché mia figlia conosce il valore del cortile.
EliminaIo a scuola, purtroppo, ci andavo col pullmann, perche' andavo dalle suore a Monza. Pero' d'estate uscivamo la mattina e rientravamo la sera, con una veloce puntatina per il pranzo, spesso senza nemmeno toglierci i pattini dai piedi....Mia figlia mi ha dovuto supplicare perche' la lasciassi andare a scuola da sola dalla quinta elementare. Devo aggiungere altro? Come sempre rispondere nello spazio di un commento ai tuoi post, non e' possibile: troppi spunti di riflessione e io e la sintesi non andiamo d'accordo. Mi limito ad esprimerti la mia ammirazione per questo delicatissimo nido, profumato con la mia aromatica preferita. Un abbraccione da quassu', Roby. A presto!
RispondiEliminaahahaha!! Hai ragione! i pattini sempre ai piedi, la palla sempre in mano e l'elastico lungo in tasca per fermarsi a giocare a saltarci dentro.
Elimina...e con una mamma come te che figlia pensavi nascesse?! ;-)
E' sempre un piacere leggerti. Bacioni da quaggiù
Fin dalla prima elementare andavo a scuola a piedi con gli altri bimbi, ora i genitori sono dei taxi! Ma credo che i giovani di oggi abbiano anche tante risorse in più'.
RispondiEliminaIl tuo nido e' così' poetico e fresco, ammiro la tua creativita
E' vero: i giovani hanno tante risorse e maggiori opportunità ma guardandomi attorno non mi sembra che ne siano consapevoli. E sui genitori tassisti mi hai strappato una risata :-D
EliminaCiao Acquolina!
Nelle tue parole,c'è la descrizione anche della mia infanzia!Ho sorriso quando ho letto dello"scambio"di pietanze,era un modo per scambiare oltre al cibo,anche chiacchiere,riflessioni e un pò d'affetto!Ora è tutto diverso e quanta nostalgia in quella semplicità dei gesti..grazie per questo racconto!
RispondiEliminaIl nido che hai preparato è speciale nella sua genuinità!
Un abbraccio!
ciao Damiana, sono davvero felice di leggere che tante persone si scambiavano il cibo come gesto di condivisione. Conservo degli splendidi ricordi e per questo che mi piace condividerli.
EliminaGrazie per esserti fermata a leggere :-)
Un abbraccione
Ciao,sono arrivata sul tuo blog per caso e prima di farti i (meritatissimi complimenti) per la ricetta e per le splendide immagini ammetto che il tuo post mi ha prima fatta tornare bambina e poi fatto riflettere.
RispondiEliminaAnch’io sono cresciuta come te, sulla bici e nei cortili e mi terrorizza l’infanzia di oggi.
Mi aggiungo alla tua speranza, perché tutti i bambini possano avere il nido che meritano.
Detto questo, ricomplimenti per questo splendido spazio, a presto!
ciao Meggy, ma che bello!! Siamo in tante ad avere questi ricordi di bici, pattini e cortili. E quella era (forse) il modo migliore per crescere e sperimentare.
EliminaGrazie pe ri complimenti e grazie per avere lasciato il tuo contributo.
Buona serata :-)
Io credo che i bambini di oggi abbiano perso un po' il contatto con la realtà, quella vera, che forse hanno sosituito con quella virtuale. L'ipertecnologizzazione li porta a vivere in un mondo irreale e forse, paradossalmente, la loro fantasia ne risente. Perchè credo che se si è ben ancorati alla realtà sia più facile fantasticare mentre se c'è sempre qualcosa che fantastica per te (la realtà virtuale) non hai più bisogno di farlo da solo.
RispondiEliminaFoto strepitosa (manco c'è bisogno di dirlo) e piatto sublime nella sua semplicità (non di esecuzione o ideazione ovviamente).
cara Mari, hai perfettamente ragione: se qualcuno crea per te, si perde la capacità di inventare. Ricordo di quando di giocava con pochissimi e semplici oggetti che all'occorrenza diventavano quello che noi volevamo. Non sono una nostalgica, la tecnologia mi piace, ma sicuramente stiamo perdendo
EliminaE pensare che io dal "nido" me ne sono appena andata... me ne sto creando uno mio, e al momento mi pare la cosa migliore che mi potesse accadere. Ma so che un giorno rimpiangerò quella confortante sicurezza.
RispondiEliminaBellissimo il tuo nido di pasta.
Un bacio!
Ricordo ancora quando ho lasciato il mio nido di infanzia, avevo tanta voglia di farlo ma nello stesso tempo c'è stato anche dolore per il distacco dalla mia famiglia. Il nido è un luogo non solo fisico ma anche un ricordo, una zona di confort, un momento di pausa che porta lontano. Io sono fortunata perchè i miei nidi sono posti in cui torno sempre volentieri :-) Un abbraccio
EliminaCara Roby è vero quello che dici. Fortunatamente tra le nostre mura, in casa nostra intendo dire, oltre che ad incollare lo sguardo sopra ad un monitor riusciamo a trovare il tempo per disegnare o fare ceramica. Ogni tanto ci tornerei volentieri anch'io nel nido! Un abbraccio :)
RispondiEliminaVedi che fortuna ad avere una mamma artista!! :-)
EliminaUn abbraccio grande
Ciao Robertigna (m'è presa brasileira), sono proprio dalla tua parte. Ho passato anche io una bella infanzia con pericoli che sembravano non esserci. Un cortile grande, tanti bambini e tantissime invenzioni. Io lo dico tutt'ora: non so cosa è la noia. Non ho ricordo della noia nell'infanzia perché sono riuscita sempre ad inventarmi qualcosa con poco. Ho un figlio di 10 anni che ahimè non crea. Se è stimolato da immagini tv, video, schermo va tutto bene, in caso contrario si annoia a morte. Per questo motivo l'ho iscritto a tanti sport e attività, in modo che lui possa non annoiarsi. Ma i figli di oggi son figli di una società ipertecnologica, davvero troppo, e l'unico modo per salvarsi è un ritorno al cortile. Ehm....ero venuta qui per un saluto e ti ho fatto un tema in classe. Bellissimo il tuo nido eh! Rob, per il corso di spezie, io lo faccio qui in Svizzera. E' un corso dove oltre a spiegarti le qualità e farti assaggiare i sapori, abbiamo anche fatto il curry maison con 18 spezie diverse, tutte sorprendenti. Appena mi specializzo, te lo faccio io a te! bacioooo
RispondiEliminaMa sai che l'ho notato anche io che ci sono bambini che si annoiano da morire?
EliminaMoniquigna (gh gh) attendo ripetizioni sul corso di espertissima di spezie.
besos
ti confesso che quando eravamo piccini io e mio fratello volevamo costruirci una casa nel bosco. e vabbè, dove se non nel bosco? :))
RispondiEliminacosì andavamo alla ricerca di legni, spaghi, utensili e colle per costruire la nostra casa nel bosco e poi anche una piccola depandance sull' albero. vabbè, io ho sempre sognato in grande, che vuoi??
pensare che adessoi bambini parlano solo di maialini rosa dai nomi improbabili e giocano solo con robaccia mi viene una tristezza che non te lo immagini neanche.....
forse sti figlioli andrebbero "covati" meglio...
bacio!
No ti prego, io adoro Peppa Pig (rigorosamente in lingua originale però), la guardo sul cellulare ogni volta che posso.
EliminaMica male la casa sull'albero con dependance, pensare in grande è sempre un bel punto di partenza...
baci a te
mangerei sempre uova..
RispondiElimina...di quaglia? :-)
EliminaIo rifuggo natale e , udisci udisci, pure capodanno. Questo e' l unico anno dove per il blog ho preparato una ricetta natalizia che postero' probabilmnte a pasqua. Nel frattempo segna, tra le cose che abbiamo in comune...
RispondiEliminaChe bellezza! Allora non sono l'unica a voler scappare al Polo Nord in questo periodo. Segno, segno, la lista si allunga... ;-)
EliminaDatemi un elastico e dei gessetti... e non saprò che farci!
RispondiEliminaIo invece ho passato l'infanzia a giocarci in cortile un po' con l'elastico e un po' coi gessetti colorati. E quando non era più tempo di stare in cortile, lo stendipanni della mamma ricoperto con un plaid, diventava il rifugio segreto, la caverna, la casa nel bosco o quella dove ricevere le amichette del palazzo, a seconda delle "esigenze". Cara Robi, che grande salto indietro nel tempo che mi hai fatto fare!
ahahah!! Dalle risposte a questo post riesco a capire la vostra età. Se ci leggesse un ventenne ci scriverebbe che siamo dell'età della pietra :-D
EliminaAnche per me valeva 'non accettare caramelle dagli sconosciuti' come raccomandazione:)) però non ho avuto la fortuna di avere quel cortile. Fino ad un certo periodo si, poi ci siamo trasferiti e così addio... posso assicurarti che mi sono ritrovata in un altro mondo, ma la fantasia e la voglia di creare non mi hanno mai abbandonata! Il nido che hai praparato è assolutamente uno spettacolo! Un abbraccio
RispondiEliminaCiao Mari, hai citato una parola fondamentale che non dovrebba mancare a nessuno: FANTASIA. Credo che possa essere il segreto che porta avanti il mondo.
EliminaUn abbraccio a te
Ma dai.. Sono spaghetti di riso questo nido? Che meraviglia..
RispondiEliminaSei davvero troppo creativa. Un abbraccio, scusa l'assenza ma sono stati giorni intenso. Oggi sono a casa a riposo forzato e ne approfitto per recuperare :-)
vai tranquilla Vaty, so benissimo che sei sempre 'a testa bassa'! :-)
Eliminabacioni