13 dicembre 2013

Look&Taste: risotto sbagliato


Come ormai saprete, questo è un mese che proprio non mi si addice: il periodo natalizio genera in me una certa malinconia e le motivazioni non ve le sto a ripetere per non annoiarvi. Tuttavia quest'anno c'è nell'aria una piacevole novità: la moderazione. A causa della crisi, il generoso sfarfallio di luci e opulenza, si è oltremodo ridimensionato per assumere una forma decisamente più consona al vero spirito natalizio che, ricordiamo, festeggia un bambinello nato in una grotta e non in uno chalet a Cortina. Quando questi si è fatto grande, si è dato decisamente da fare per cercare di migliorarci l'esistenza, trascorrendo gli anni della ragione tra i poveri e bisognosi; intenzioni e motivazioni decisamente lontane dalla frenesia degli acquisti in cui siamo immersi da almeno un paio di decenni a questa parte. Dieci anni fa ho fatto una scelta cercando di avvicinare il mio Natale a quello dei ricordi dei miei genitori, in cui un mandarino e un paio di noci erano già un motivo di festa.
Probabilmente dopo queste parole mi sarò fatta un sacco di amici. ;-)
La stessa scelta di sobrietà cerco di applicarla anche a tavola, se non altro perché ho la fortuna di non dover aspettare il 25 dicembre per poter mangiare il classico menu delle feste. Anche qui prendo in prestito un ricordo del mio babbo che mi raccontava che la festa era veramente tale, quando si poteva mangiare un pezzetto di carne. Chi ha vissuto in città durante l'ultima guerra, la fame l'ha vista davvero in faccia, e il giorno di festa non era un segno rosso sul calendario ma quando potevi mangiare qualcosa che difficilmente ti sarebbe capitato di ri-mangiare nelle settimane o nei mesi successivi.
La mia tavola della festa è imbandita con la consapevolezza di essere fortunata a poter 'festeggiare' anche il giorno dopo e quello dopo ancora.

Anche questa volta si tratta di una nuova ricetta per il progetto Riso Scotti-Rice Designil risotto 'sbagliato'. Scegliere un riso integrale per preparare un risotto è come pensare di cuocere un'orata al sale usando l'accendino: missione impossibile.
Il riso integrale non rilascia amidi in cottura, quindi si cuocerà ma senza regalarvi quella morbida 'onda' tipica dei risotti. Tuttavia ho scelto volutamente di cuocere il riso integrale come se fosse un riso da risotto (Carnaroli o Vialone Nano tanto per intenderci) aggiungendo un brodo-non-brodo che permettesse al riso di cuocersi ma senza disperdere i principi nutritivi nell'acqua di cottura. Ho evitato di usare la cipolla o lo scalogno per il soffritto mentre per il brodo mi sono affidata ad un infuso di lavanda. Per bilanciarne l’aroma molto riconoscibile, ho inserito il sapore leggermente aspro della mela verde (polpa e buccia) e il dolce della mela Royal Gala. I pistacchi tostati e salati oltre a dare croccantezza al piatto ne completano la sapidità.
Un riso per le feste ma anche per i mesi che seguiranno perché Natale può essere davvero tutti i giorni! :-)



Risotto integrale mele e pistacchi
per due persone

200 gr Riso integrale Riso Scotti
1 Mela verde Grammy
1 Mela Royal Gala
Pistacchi salati e tostati (a piacere)
Sale e pepe bianco
Olio extravergine di oliva
1 bustina di infuso alla lavanda

Lavare la mela Royal Gala, dividerla a metà e con una mandolina tagliare delle fettine sottili. Posizionare le fettine su una teglia coperta da carta da forno e metterle in forno a 70° gradi per circa 15-20 minuti, quando saranno asciutte, spegnere e lasciarle raffreddare senza toglierle dal forno.
Scaldare un litro di acqua e mettere in infusione la bustina di lavanda per circa 5-7 minuti.
Sbucciare la mela verde. Tagliare la polpa a pezzettini e la buccia a striscioline.
In un’altra padella scaldare due cucchiai di olio extravergine di oliva, fare tostare il riso integrale per qualche minuto e successivamente bagnarlo con il brodo alla lavanda e aggiungere subito i pezzettini di mela.
Il riso integrale non diventerà cremoso come un normale risotto, ma cuocerà con un leggero aroma di lavanda. Aggiustare di sale ma restare un po’ indietro perché la sapidità verrà completata dal pistacchio tostato e salato.
Mentre il riso cuoce, scaldare poco olio in una padella, fare insaporire le listarelle di buccia per 30-40 secondi e pepare leggermente.
Quando il riso sarà pronto, impiattarlo e completarlo con le bucce, i pistacchi frantumati a cui è stata eliminata la buccia e con le chips di mela croccanti.

26 novembre 2013

Look&Taste: nido al sapore di timo


Ci sono momenti in cui avrei tanta voglia di ritornare nel nido. In quel luogo del passato in cui tutto era più facile e spensierato e gli unici doveri erano quelli di sperimentare ed imparare. 
Ricordo ancora con piacere i 'miei' tempi in cui i livelli di allerta e di paura, pur vivendo in una grande e affollata città, erano decisamente più bassi. Alle scuole elementari ci andavo 'accompagnata' da altri bambini e in spalla portavo la cartella rettangolare che doveva durare per tutto il quinquennio.
Noi, da soli, ci facevamo scaltri e attenti anche solo percorrendo un breve tragitto. Ancora oggi mia mamma, con una punta di orgoglio nella voce, si diverte a raccontare che a 3 anni ogni tanto pedalavo con la mia biciclettina, in compagnia del mio amato Cicciobello, fino ad arrivare all'edicola che distava 5 minuti da casa, per acquistare il quotidiano per il mio babbo.
La cosa che più mi manca di quegli anni è il tempo dedicato al gioco e all'invenzione dei nostri divertimenti. Abitavo in un condominio in cui c'erano tanti bambini. D'estate le nostre giornate erano vita di cortile; l'inverno invece lo trascorrevamo, a turno, nelle case dei vicini che erano un po' la nostra famiglia allargata. Mi dicono in tantissimi che il nostro era un condominio un po' speciale, le nostre mamma si scambiavano le pietanze che preparavano e tutti insieme facevamo gite fuori porta. I tornei di ping-pong e un'edizione memorabile delle Olimpiadi condominiali hanno contribuito ad instaurare un legame profondo, di gratitudine e solidarietà che ancora mi rende orgogliosa di quell'insolito condominio.
Sono stata fortunata a vivere la mia infanzia in quegli anni, dove la raccomandazione più in voga -'non accettare caramelle dagli sconosciuti'- era l'unico avvertimento nei confronti del mondo esterno. La condizione odierna in cui vivono i bambini mi suscita invece delle riflessioni: nativi digitali, abilissimi con i dispositivi elettronici, svegli e anche un po' smaliziati ma che vivono in spazi fisici e metaforici sempre più stretti, fatti di paura, egocentrismo e insicurezza. Ma chi ha gettato addosso a questi bambini il peso delle paure di noi adulti? Cosa ha contribuito a peggiorare la realtà e la società in cui viviamo?
Ai miei tempi c'era molto spazio per la creatività, la manualità, la libertà di poter diventare grandi sperimentando il mondo magari con un pizzico di incoscienza ma che ricordava le avventure dei romanzi per ragazzi che tanta narrativa ci ha regalato. Ma oggi, quali sono i desideri che i bambini hanno per il loro futuro? Sognano ancora di diventare astronauti, esploratori o ballerine? Oppure vogliono fare i calciatori e le veline? Mi piacerebbe chiedere ai bambini che idea hanno del mondo oltre a quello visto attraverso la TV, il computer o lo smartphone. Chissà se sono ancora in grado di inventare i loro sogni e non solo di prenderli in prestito...
Vi saluto con un veloce suggerimento, che prende la forma del 'mio' nido per il progetto Rice Design. Perché a tutti i bambini sia concesso di avere un nido in cui ritornare :-)


Nido al sapore di timo

Spaghetti integrali Riso Scotti
Carote
Zucchine
Uova di quaglia
Timo
Olio extravergine di oliva
sale

Cuocere gli spaghetti fino alla quasi completa cottura, scolarli e versarli in una ciotola e condirli con un po’ di olio extravergine. Accendere il forno a 180°, posizionare su una teglia un foglio di carta da forno e arrotolare gli spaghetti aiutandosi con un coppapasta per mantenerli in forma. Mettere la teglia con gli spaghetti in forno e terminare la cottura facendo attenzione a non far seccare gli spaghetti. Lessare le uova di quaglia, farle raffreddare e tagliarle a metà.
Tagliare a striscioline sottili una zucchina e una carota e farle saltare per pochi minuti in una padella con olio extravergine, un po’ di timo fresco e sale qb. Servire gli spaghetti accompagnandoli con le verdurine croccanti, le uova di quaglia e qualche fogliolina di timo.

17 novembre 2013

Look&Taste: morbida croccantezza


Proseguo ancora per qualche settimana con i suggerimenti Rice Design. Questa volta con un piccolo esperimento 'tecnico' utilizzando il mio amato-odiato cioccolato di cui ho preso pienamente coscienza dopo un corso di cioccolateria professionale. Lo dico ad alta voce: lavorare il cioccolato non è un gioco da bambini!
Il temperaggio richiede una buona materia prima, manualità, esperienza e tanta voglia di pulire la cucina se si decide di usare il metodo del raffreddamento su un piano di metallo o di marmo. I fallimenti sono in agguato, le temperature vanno controllate con attenzione perché con l'approssimazione si corre il rischio di condannare il cioccolatino ad una patina bianca antiestetica che non piace a nessuno. E cosa vogliamo dire delle impronte in agguato quando si maneggiano queste lavorazioni estratte dagli stampi e del calore della mani che inevitabilmente agisce su questo sottile strato croccante neppure avessi sulla punta delle dita un piccolo radiatore? Forse i maestri cioccolatieri lavorano in celle frigorifere? Se qualcuno ha consigli e trucchi da suggerirmi verrà accolto a braccia aperte.

Questa volta la 'regola del principiante' che vuole che al primo colpo le cose vadano bene, mi ha regalato, senza temperaggio, un sottile strato di cioccolato lucido e gradevole agli occhi. Va da sé che questa volta l'ho avuta vinta io e così sono riuscita a fare qualche scatto prima che sparissero inesorabilmente dal piatto.


Cannoncini al cioccolato fondente con ripieno di morbida crema al biscotto
Per 12 pezzi

200 gr di cioccolato fondente al 50%
100 gr di biscotti Krumiri Riso Scotti
250 gr di ricotta di latte vaccino
70 gr di zucchero di canna chiaro
1 uovo
gherigli di noce
albicocche disidratate

Preparazione dei cannoncini
Ritagliare 12 quadrati (10x10 cm) da un foglio di acetato per uso alimentare.
Tagliare in piccoli pezzi il cioccolato e farlo sciogliere a bagnomaria. Quando sarà pronto, posizionare un cucchiaio abbondante di cioccolato quasi al centro del quadrato di acetato; attendere circa 30 secondi e poi tirarlo con una spatola di acciaio in uno strato non molto sottile fino a ricoprire quasi tutta la superficie (ad eccezione di una striscia larga circa 1 cm che servirà per chiudere il cannolo). Attendere una ventina di secondi e poi arrotolare l’acetato facendo coincidere i due lembi di cioccolato; bloccare il rotolino con del nastro adesivo. Una volta preparati tutti i cannoncini, metterli in frigorifero a solidificare per circa 12 ore. L’acetato andrà rimosso dopo aver farcito il cannoncino

Preparazione della crema al biscotto
Ridurre in polvere i biscotti Krumiri Riso Scotti utilizzando un mixer. Versarli in una ciotola e aggiungere la ricotta, lo zucchero e l’uovo e amalgamare accuratamente. Una volta ottenuta una crema morbida e uniforme, aggiungere a piacere pezzettini di noci e albicocche disidratate.
Usare un sac-a-poche per farcire i cannoncini almeno 4-5 ore prima di servirli.

10 novembre 2013

Look&Taste: questione di punti


A partire dal mese di ottobre, a Milano, è in corso una mostra che si intitola "Brain-Il cervello. Istruzioni per l'uso" a cui non potrò mancare per una serie di ragioni a voi già note oltre al fatto che tempo fa, ho dedicato a questo organo anche un post  in cui (mi) invitavo ad 'accenderlo'. Quindi trovandomi nelle vicinanze di una mostra che parla solo di Lui (il cervello) mi sento in dovere di visitarla. 
Uno dei miei sogni sarebbe proprio quello di curiosare nel cervello di coloro che hanno la capacità di produrre concretezza partendo da un'idea immateriale che nasce e cresce tra le anse della materia grigia. Qualche giorno fa ho letto in rete un articolo che cercava di spiegare l'intelligenza di quel genio di Einstein che con tutta probabilità era da imputare alla forma del suo cervello. Non è un mistero il fatto che l'emisfero destro controlla e sovraintende le funzioni legate alla creatività e alle intuizioni mentre la parte sinistra è finalizzata alla razionalità e al pensiero logico; non sarà un caso che parecchie persone che utilizzano la mano sinistra per compiere i gesti comuni nella quotidianità abbiano qualità artistiche superiori rispetto ai destromani. Sarebbe bello come nel famoso e datato film "Viaggio allucinante", i cui protagonisti una volta miniaturizzati venivano iniettati nel corpo umano alla ricerca dell'embolo perduto, poter intraprendere un viaggio nel cervello in mezzo a sinapsi e neuroni per scovare la scintilla che dà origine alle meraviglie che l'essere umano è in grado di produrre. Tuttavia mi domando se questa genesi è uno sforzo creativo applicato o una pura intuizione. Le idee arrivano dormendo o è necessario impegnarsi per evocarle? I grandi artisti come alimentavano le loro idee? E' necessario avere conoscenza ed esperienza per generare e stimolare il processo creativo? 
A me piace immaginare le idee come germogli nascosti nella terra (cerebrale) che se opportunamente innaffiati e curati possono crescere e dare vita ad una pianta-idea; tuttavia se fosse davvero fosse così, il mio cervello necessita dell'intervento del giardiniere. :-)
Vi lascio con un'altra idea per Rice Design di Riso Scotti, questa volta un'idea a forma di mousse punteggiata con la marmellata che più vi piace.


Mousse al (finto) zabaione 
Per 6 ciotoline

30 ml di Latte di Riso Scotti
2 cucchiai e mezzo di fecola di patate
4 uova
80 gr di zucchero
100 gr di burro a temperatura ambiente 

Stemperare la fecola di patate nel latte di riso tiepido facendo attenzione a non formare grumi. Separa i tuorli dagli albumi. Cuocere a bagnomaria i tuorli con lo zucchero e il latte di riso per circa 10-15 minuti fino a quando il composto non è diventato denso mescolando di frequente. Incorporare il burro poco alla volta fino al completo scioglimento. Lasciare raffreddare lontano dal fuoco.
Quando il composto si sarà raffreddato, in un’altra ciotola montare a neve ferma gli albumi lasciati precedentemente da parte. Incorporare a piccole dosi gli albumi alla crema mescolando dal basso verso l’alto facendo attenzione a non smontarli.
Distribuire in piccole ciotole mono porzione e porre in frigorifero per qualche ora. Servire con gocce di marmellata (nella foto marmellata ai lamponi e marmellata allo zenzero e zucca).

29 ottobre 2013

Look&Taste: latte e spaghi


Fortunatamente c'è il progetto Rice Design che mi permette di pubblicare dei post in questo periodo. Chi mi conosce sa che mi trovo in mezzo ad una tempesta e, come ho visto fare nei film, mi sono aggrappata all'albero maestro cercando di governare la barca in attesa che torni il sereno. Tuttavia è ormai assodato che ciclicamente nella mia vita arrivi un momento in cui tutto viene rivoluzionato e quando succede non ci sono mezze misure. Quindi o sopravvivo o affogo. Fortunatamente posso fare un bilancio positivo delle cose che mi sono accadute anche se sono costate tanta fatica ed energia. Ho capito che le considerazioni vanno fatte solo a posteriori, voltandosi indietro per guardare con maggiore distacco quello che è accaduto. Sovente quella che al momento sembrava una sfortuna, si è poi rivelata la cosa migliore che mi poteva capitare, quella che ha innescato la miccia e che mi ha permesso di tirare fuori energie inaspettate che mi hanno spinto, come il vento in poppa, verso il cambiamento di rotta.
Ma ritorniamo al progetto Rice Design, l'intento è sempre quello di dare una forma al gusto; questa volta ho pensato di giocare sui doppi sensi e ho rivisitato una ricetta originariamente povera come riso e latte, sostituendo al riso degli spaghetti di riso e mais. L'ho ingolosita con una morbida crema al latte e con scaglie di mandorle tostate. Il tocco di colore è regalato dai rotondi frutti del ribes che conferiscono anche una nota aspra al dessert.

Ritorno sulla mia barca allungando lo sguardo verso l'orizzonte per cercare terra...

PS: una cara amica mi ha chiesto se ho intenzione di pubblicare altri post oltre a questi dedicati a Rice Design. Ho parecchie idee ma per ora devono stare lì al calduccio tra le pieghe del mio cervello :-)


Latte e Spaghi
Per 4 bicchieri

Filetti di mandorle tostate
Ribes rossi

Per la crema al latte
500 ml di latte intero
50 gr di amido di mais
1 cucchiaino di miele di acacia o millefiori
250 ml di panna liquida fresca
i semi di mezza bacca di vaniglia
90 gr di zucchero semolato

Versare il latte in un tegame insieme ai semi di vaniglia e portare a bollore. Unire lo zucchero e l’amido di mais setacciato un pochino per volta. Mescolare energeticamente con una frusta per evitare che si formino dei grumi. Infine unire il miele. Continuare a mescolare fino all’addensamento della crema. 
Fare raffreddare la crema mescolando di frequente, quando sarà a temperatura ambiente, versarla in una ciotola e ricoprirla con la pellicola posizionata a contatto con la crema per evitare che si formi uno strato più duro in superficie. Nel frattempo montare la panna fredda di frigorifero e incorporarla alla crema delicatamente. Ricoprire e conservarla in frigorifero fino al momento del consumo.

Spaghetti al latte
500 ml di spaghetti i Riso e Mais Riso Scotti
250 gr di latte 
2 cucchiai di zucchero semolato

Portare ad ebollizione l’acqua, buttare gli spaghetti e cuocerli fino a metà cottura. Versare il latte in un tegame, portare ad ebollizione e aggiungere lo zucchero mescolando fino al completo scioglimento. Scolare gli spaghetti, versarli nel latte e continuare a cuocere fino al termine della cottura. Una volta cotti, scolarli dal latte in eccesso e farli raffreddare.

Composizione del piatto.
Versare la crema in un bicchiere, al di sopra mettere gli spaghetti e poi delle scaglie di mandorle in precedenza tostate in una padella antiaderente. Terminare con del ribes.

19 ottobre 2013

Look&Taste: la terra sa di primavera


Orrore! Su un blog di cucina compaiono le fragole alla fine di ottobre...!
Ma che ci posso fare se Rice Design ha deciso di fare il suo esordio in autunno e queste ricette erano pronte nel cassetto già da alcuni mesi? Comunque vorrei tranquillizzare i sostenitori dei prodotti di stagione: queste fragole sono state usate nel periodo corretto; nessuna fragola è stata raccolta, tagliata e cucinata fuori stagione. :-)
Prima di spiegarvi il pensiero che mi ha portato a trasformare un 'salame di cioccolato' in zolle di terra al sapore di fragola, vorrei evidenziarvi con un filo di soddisfazione, il doppio salto mortale fotografico: ben due vetri e un piano riflettente come base. Che ne dite del risultato? Di solito sono (quasi) sempre insoddisfatta di come fotografo ma devo ammettere che questa volta ho fatto un micro progresso nello studio della fotografia. Ora scatenatevi con le critiche senza risparmiarvi, ho solo da imparare.


Come spiegato nei post precedenti, la sfida è sempre la stessa: prendere un prodotto della linea Riso Scotti, re-inventarlo e presentarlo con un'immagine diversa dall'originale. L'idea della terra mi è venuta osservando i vasetti di piantine di fragole che a primavera spuntano sui banchi dei mercati. Pensando al cioccolato, l'abbinamento più classico è quello con i frutti di bosco e la fragola con il cioccolato è forse quello più scontato. Così ho preparato il salame di cioccolato seguendo la ricetta di famiglia e anziché impacchettarlo come un insaccato, l'ho sgranato in grosse briciole che ho versato in un bicchiere. All'impasto del salame avevo aggiunto dei piccoli pezzetti di fragole che regalano una punta di aspro che  va a rafforzare la nota amara del cacao.
Il risultato è quello che potete vedere nelle foto, spero vi piaccia.


Briciole di salame di cioccolato e fragole
Per due bicchieri

70 gr Biscotti Ofelle Riso Scotti
1 tuorlo
2 cucchiai e mezzo di zucchero semolato
80 gr di burro
50 gr di cacao amaro in polvere
1 cucchiaio di rhum
10 fragole (in base al nostro gusto)

In una terrina sbattere il tuorlo con lo zucchero per circa 5 minuti. Unire il burro che dovrà essere a temperatura ambiente, i biscotti tritati fini (ma non polverizzati), il cacao, il rhum e le fragole a piccoli pezzetti. Amalgamare cercando di formare dei grossi grani.

Si consiglia di preparare il composto con un giorno di anticipo per permettere agli ingredienti di amalgamarsi bene; una volta pronto riporlo in frigorifero. Servire in coppette aggiungendo panna montata o una pallina di gelato fior di panna.

E’ possibile omettere il rhum se il dolce è destinato ai bambini. 


15 ottobre 2013

Look&Taste: baci per piccole donne


Ancora baci. Ancora Riso Scotti e ancora il progetto Rice Design
Se è vero che queste prime tre proposte non sono delle ricette ma dei semplici suggerimenti, il lavoro che ho svolto mi ha permesso di riflettere su come lo stesso identico prodotto può regalare stimoli differenti semplicemente modificandone l'aspetto esteriore. Del resto alzi la mano chi non si fa influenzare dalle forme e dai colori che ci circondano. Che piaccia o no, l'immagine esteriore ha il suo peso e non solo in Occidente, ma in tutte le culture del mondo, perché da sempre è esistito un 'abito' per ogni circostanza.
La scelta del look è un atto che compiamo quotidianamente quando ci prepariamo per uscire da casa, scegliendo quello più adatto al luogo dove ci stiamo recando ma anche seguendo il nostro umore. Sono certa che chi frequenta questo blog, alla fine si sia arreso sotto i miei 'colpi' un po' assillanti verso il lato estetico (ognuno ha le sue fisse) del cibo, perché ammettiamo: la ricerca del bello e il desiderio di goderne è sempre dentro di noi. L'altra sera guardavo una trasmissione in TV in cui si raccontava l'esperienza, fortunatamente risolta nel migliore dei modi, di due ragazzi alla deriva su una barca in mezzo all'oceano che, allo stremo delle forze, dopo 6 giorni senza acqua e cibo, riescono a riprendersi per alcuni minuti dal torpore, per osservare l'arcobaleno all'orizzonte e un branco di delfini saltare fuori dall'acqua. Forse abbiamo talmente tanta bellezza dentro di noi da sentire il bisogno di cercarla anche nel mondo che ci circonda.
Quindi in questo gioco di rivestimenti e mutamenti, è stato divertente constatare come lo stesso biscotto che nel post precedente era vestito 'da sera', in questo si trasforma in una merenda un po' frufru per bambine con fiocchi di raso legati tra i capelli, che giocano alle 'signore-del-tè-delle-5' con finti servizi in porcellana, mentre si confidano fatti non realmente accaduti.
E se qualcuno insinuasse che io abbia sottoscritto una convezione con un dentista di fiducia per l'uso di tutte queste palline spaccadenti (come le ha chiamate la mia amica Patty), è decisamente sulla strada sbagliata :-) Ma come potevo resistere a tutto questo rosa e a questo slancio (raro) di romanticismo?


Baci per piccole donne

Pasticcini di Riso "i Baci" - Riso Scotti
Cioccolato bianco 
Decorazione di zucchero (a piacere)

Infilare uno stecchino nel biscotto. Sciogliere il cioccolato bianco a bagnomaria e intingere il biscotto fino a ricoprirlo. Farlo asciugare quasi completamente e completare con le decorazioni di zucchero.

8 ottobre 2013

Look&Taste: baci da sera


Mettetevi comodi perché ho ancora qualche suggerimento da proporvi grazie al progetto Rice Design di Riso Scotti che, come scrivevo QUI, mi ha dato l'opportunità di vedere e interpretare il cibo partendo dalla forma e dal colore, alla ricerca dell'estetica del gusto (ma non solo di quella) che questo progetto desidera portare avanti.
Quando si pensa all'azienda Scotti, l'associazione con il riso è immediata anche per via di quel famoso spot con quel famoso presentatore che parlava al telefono con il famoso dottore suo omonimo mentre assaggiava un piatto fumante di pasta-riso. Tuttavia se fate un salto sul sito e-commerce dell'azienda, potrete trovare un'ampia offerta di prodotti. La richiesta che espressamente mi venne fatta per questo progetto fu proprio quella di non utilizzare solo la materia prima più famosa (il riso) ma anche tutti i preparati che partendo dal riso, vengono confezionati. Mi sono trovata così a misurarmi con prodotti 'pronti al morso' che dovevano essere re-inventati. Una specie di decontestualizzazione del significato e del significante. L'idea è stata quella di partire dalla forma per esaltarne il gusto e così, non potendone modificare radicalmente le fattezze, ho provato ad immaginare un rivestimento che avvolgesse uno dei classici biscotti della tradizione riproposto da Riso Scotti con farina di riso.

I Pasticcini di Riso sono i biscotti ideali da proporre per il 'teatime'. Li trovo raffinati ma forse non proprio adatti per un dessert o per la conclusione di una cena ma neppure così 'rustici' per la prima colazione. Ho pensato così di trasformarli in un prodotto ancora più goloso aggiungendo del cioccolato fondente e rivestendoli con codette al cioccolato e con corallini argentati che regalano al bacio un tocco di eleganza come se esso indossasse un abito da sera. La croccantezza esterna del cioccolato fondente contrasta con la morbidezza del biscotto farcito e lo stecco lo trasforma in una specie di lollipop da taschino per tipi eccentrici. 
Con lo smoking o un abito elegante ci stanno alla perfezione! :-)


Baci golosi

Pasticcini di Riso "i Baci" - Riso Scotti
Cioccolato fondente 
Codette di cioccolato al latte 
Perline alimentari argentate

Infilare uno stecchino nel biscotto. Sciogliere il cioccolato fondente a bagnomaria e intingere il biscotto fino a ricoprirlo completamente. Farlo asciugare quasi completamente e completare con codette o altre decorazioni.

2 ottobre 2013

Look&Taste: quando un'idea diventa commestibile


Un bel po' di mesi fa ricevetti una email con una richiesta di collaborazione. Confesso che si trattava della mia prima volta dato che, a differenza di moltissime altre foodblogger, nessuno mi fila. L'email era scritta con toni molto cortesi e mi chiedeva un  appuntamento telefonico allo scopo di illustrarmi un nuovo progetto per cui ero stata scelta. Attirata come una falena dalla luce e lusingata per questo primo contatto, decisi di ascoltare quanto aveva da raccontarmi quella gentile signora. E così ebbe inizio la storia.
Se la mostra al Mart è stata la benzina nel motore, quella telefonata è stata la scintilla che lo ha fatto accendere. Quello che più mi stupì fu il fatto che quella persona a me completamente sconosciuta, era riuscita a cogliere in modo così chiaro il mio food-pensiero e ricordo che pensai che forse quello che fotografavo e scrivevo trasparisse dalle pagine di questo blog. La telefonata si concluse con la proposta di occuparmi della sezione del sito web che si sarebbe chiamata 'Look&Taste' (Guarda&Assaggia). Quel verbo, guardare, che di solito non sta in cima alla lista dei vocaboli di una foodblogger che invece ne privilegia altri, continua invece a girarmi nella testa ogni volta che cucino. Con quella proposta mi veniva data l'opportunità di proporre una ricetta che non fosse solo 'mangiabile' ma anche 'guardabile'. Accettai senza dubbi e con entusiasmo. 
L'azienda con cui ho il piacere di collaborare è la Riso Scotti e il progetto si chiama Rice Design.
Design. Design la parola magica. Se 'Abracadabra' è riuscita ad aprire la caverna dei 40 ladroni, 'design' è quella che ha acceso il mio emisfero destro. FOOD+DESIGN sono diventati il mio mantra.
Il progetto Rice Design può essere inteso come il luogo virtuale dove il cibo diventa un’esperienza sensoriale e di stile, una magica alchimia che eleva il concetto di mangiar sano su un piano più emozionale proprio perché l'atto finale è il risultato di una storia di sapori, colori, profumi, accostati dall’infinita creatività di chi lo ha pensato.

Nei prossimi mesi, su questo blog e sulle pagina di Rice Design, verranno pubblicate delle ricette o dei semplici suggerimenti (come in questo primo post) che avranno come denominatore comune uno dei tantissimi prodotti della Riso Scotti, perché  ho scoperto che oltre il riso c'è di più. 
Il vero piacere è stato anche quello di non trovarmi da sola in questa avventura: insieme a me ci sono altre due bravissime foodblogger: Valentina padrona di casa di un meraviglioso blog, ricco di ricette e immagini delicate e di classe e Anna, un vulcano di idee, colei che è ha avuto la felice intuizione di tradurre la moda in piatti alla moda; personalmente adoro il suo blog anche se di moda non capisco proprio nulla.. E last but not least, la giovane, brava e geniale chef Susanna del ristorante Bys a Milano. Ho già cenato nel suo locale e ci ritornerò prestissimo con altri amici perché il suo menu va assaggiato fino all'ultimo piatto. Tre donne di carattere e con una marcia in più.

Inauguro Look&Taste con questo post che non è altro che un veloce suggerimento su come cucinare due tipi di riso: il Basmati e il Venere che per la loro origine ricordano l'Oriente. Come ho già scritto più volte, l'ingrediente che non manca mai nella mia cucina sono le spezie. Ho pensato quindi di abbinare questi due tipi di riso a 10 tipi di spezie. Ogni assaggio un viaggio con la mente, sapori che ci raccontano di terre lontane. Più che una ricetta è una specie di degustazione che potrà essere accompagnata da dell'ottimo tè in foglia a seconda delle vostre preferenze. Al riso potranno essere abbinati legumi stufati, piccoli pezzetti di pollo o verdure saltati nella wok.

Assaggi di mondi. Assaggi di risi.

Riso Rapid Gran Nero Riso Scotti
Riso Rapid Basmati Riso Scotti

Spezie: semi di cardamomo macinati, peperoncino in polvere, chiodi di garofano in polvere, semi di coriandolo macinati, cumino, cannella in polvere, zenzero in polvere, curry, curcuma, cocco rapé, sesamo nero

Cuocere il riso utilizzando il microonde. Suddividere il riso in piccole ciotoline e spolverare ogni porzione con una singola spezia. Da gustare con la bocca per viaggiare con la mente.

16 settembre 2013

La mia terza Mela: capolavori


Ancora una volta scriverò di New York e questa volta aggiungerò anche una ricetta. Seguendo ormai la mia natura di foodblogger fortemente influenzata dalla forma e dal colore (ve l'avevo detto QUI che ero in cerca del quid), ho voluto rendere omaggio a una della cose più soprendenti che ho trovato a New York: l'ARTE.
La scelta è quindi ricaduta su tre risotti dai colori saturi tipici della Pop Art e da una serie di puntini come citazione e modesto riferimento ad un'artista che vi svelerò alla fine di questo post.
Come dicevo, una delle più belle scoperte della Mela sono stati i musei. Mai avrei pensato che ci fosse una tale concentrazione di arte custodita tra i grattacieli di questa città; un numero tale di capolavori che permettono a New York di non temere il confronto con il Louvre o i musei italiani. I principali musei in città sono 4: il MET (The Metropolitan Museum of Art) il Guggenheim Museum, il MOMA (The Museum of Modern Art) e il Museo di Storia Naturale. Due parole su quest'ultimo che raccoglie nelle sue sale la storia dell'evoluzione del pianeta e delle popolazioni che lo abitano. Un luogo adatto ai bambini, che potranno osservare le ricostruzioni di ambienti naturali popolati da animali (finti) e la storia dei nostri antenati anche se la vera attrazione è l'ampia sezione dedicata ai dinosauri.
Vi confesso però che il mio interesse era rivolto soprattutto verso gli altri tre santuari dell'arte che  ho elencato qui sopra. Iniziamo con il MET: ampio e vasto museo, con un'offerta analoga a quella del Louvre; purtroppo è indispensabile scegliere cosa visitare a meno che non si decida di trascorrere tre giorni al suo interno. Data la mia passione per la pittura europea dal 1500 al 1800 ho scelto di vedere per prime le sale che ospitano i capolavori di quei tre secoli (parliamo di maestri del calibro di Caravaggio, Goya, Raffaello, gli Impressionisti e i pittori della scuola olandese). La visita è poi proseguita con le opere dell'arte moderna che mi hanno lasciata a bocca aperta.


Il secondo museo che ho visitato è stato quella magnifica opera architettonica che è il Solomon R. Guggenheim Museum progetto dell'architetto Frank Lloyd Wright.




Purtroppo l'interno della spirale era completamente fasciato da teli bianchi perché il museo, in questi mesi, ospita l'esposizione temporanea dell'artista James Turrell. Quella che vedete qui sotto è l'immagine della spirale ascendente vista dall'ingresso. Alcuni materassini appoggiati sul pavimento, permettono ai visitatori di sdraiarsi per osservare la variazioni di colore generate dalle luci proiettate sui teli. Il museo, secondo la concezione di Wright, dovrebbe essere visitato partendo dall'altro per poi proseguire verso il basso, ma visto l'elevato numero di visitatori, il percorso circolare inizia dal basso con piani orizzontali che intersecano la spirale in cui è possibile visitare esposizioni temporanee e la collezione della famiglia Guggenheim.


Ma la vera sorpresa mi è stata regalata da un giorno di pioggia battente che mi  ha spinta dritta dritta al MOMA. Il museo è meraviglioso. Un ampio atrio accoglie i visitatori che, dopo aver passato i controlli, possono accedere ad un fornitissimo bookstore con libri e monografie di arte, architettura e fotografia. Un angolo da perderci la testa (e il portafoglio). La visita prosegue salendo i piani del museo. I capolavori dell'arte moderna, quali le serigrafie di Warhol, le pitture di Roy Lichtenstein, gli schizzi su tela di Pollock e altre innumerevoli opere d'arte, riempiono il cuore e l'anima del visitatore. Non vi nego una certa commozione alla vista di certi capolavori che ho studiato per tanti anni sui libri di scuola e dell'università. Sono davvero convinta che l'arte elevi l'essere umano perché così tanta creatività, innovazione, coraggio e visione del futuro non possono che essere uno dei motori che ci spingono in avanti, perché si tratta di emozioni in grado di nutrire la mente e l'anima come il cibo nutre il nostro corpo.
Di seguito qualche scatto per nulla esplicativo di quello che potrete trovare in quegli spazi.


Ma l'arte a New York, non è solo racchiusa tra le 4 mura dei musei, spesso si possono trovare in giro per la città, curiose installazioni come quella che potete vedere qui sotto.


Uno dei distretti di New York, Chelsea, è addirittura famoso per le sue numerose Gallerie d'Arte; purtroppo nel mese di agosto erano quasi tutte chiuse perché in fase di allestimento per l'apertura della nuova stagione. Qualche galleria però l'ho trovata aperta e davanti all'opera di questo artista che ha usato del cibo (finto) per allestire una sua creazione, mi sono sentita in dovere di documentarla per mostrarvela (sotto).


Girando tra le gallerie aperte, mi sono imbattuta in un'artista che, a mio avviso, dà vita a delle straordinarie sculture. Lei si chiama Carole A. Feuerman e vi consiglio di visitare il suo sito web (QUI) perché i sui lavori sono talmente iperrealistici da far venire il sospetto che le fotografie ritraggono persone vere e immobili nella loro bellezza. La nuotatrice che vedete qui sotto a grandezza naturale, oltre a farmi sorgere il fortissimo desiderio di acquistarla a tutti i costi (sarà per via di quell'incantevole cuffia fatta con cristalli Swarovski?), mi ha confermato ancora una volta di quanto l'arte faccia parte del tessuto urbano della città (per chi fosse interessato, l'opera costa 'solo' 168.000$ !!!).


Per concludere questa brevissima panoramica sull'offerta che la Mela può offrire a chi ama come me le forme e i colori, qui di seguito la ricetta di tre risotti e dei 'puntini' al sapore di aceto balsamico.


Risotti ai 3 sapori con gocce di aceto balsamico
per due persone

Per i risotti
200 gr di riso Carnaroli
mezza cipolla
1 litro di brodo vegetale
1 bicchiere di vino bianco
1 bustina di zafferano
50 gr di spinaci surgelati
40 gr di barbabietola (già cotta)
olio extravergine di oliva
sale

Per la riduzione al balsamico
mezzo bicchiere di aceto balsamico
2-3 cucchiai di miele

Mettere in un pentolino l'aceto balsamico e portalo ad ebollizione insieme al miele fino a quando in liquido non inizierà ad asciugarsi. La quantità di miele dipenderà da tipo di aceto che userete. La riduzione potrà essere preparata anche il giorno prima e nel caso si indurisse troppo, basterà immergerla in acqua calda.

Preparare il brodo vegetale usando verdure a piacere (per me il classico sedano, cipolla, zucchina e carota), aggiustare di sale. Filtrare il brodo. Al momento della preparazione del risotto, rimetterlo sul fuoco e tenerlo sempre ben caldo.

Mettere gli spinaci ancora congelati in un padellino con un cucchiaio di acqua e farli scongelare coperti per circa 5 minuti. Scolarli, schiacciarli molto bene per far uscire tutta l'acqua e poi frullarli riducendoli in crema (se necessario aggiungere un pochino di olio).

Sbucciare la barbabietola, tagliarla a pezzetti e con un l'aiuto di un frullatore ridurla in crema omogenea.

Tritare finemente la cipolla, farla rosolare a fuoco basso in una padella con un paio di cucchiai di olio; aggiungere il riso e farlo tostare per qualche minuto. Aggiungere il bicchiere di vino bianco e alzare la fiamma per fare evaporare la parte alcolica; dopo qualche minuto aggiungere un paio di mestoli di brodo e continuare a mescolare ripetendo il procedimento non appena il brodo verrà assorbito. Portare a cottura il risotto aggiustando di sale. Mantecare con burro a piacere e lasciare riposare un paio di minuti.

Riprendere il risotto e dividerlo in tre parti. Alla prima aggiungere la crema di spinaci, alla seconda la crema di barbabietole e alla terza lo zafferano precedentemente sciolto in mezzo mestolo di brodo.

Servite i 3 risotti come preferite: a strati in un bicchiere, guarniti con scaglie di parmigiano e qualche goccia di riduzione all'aceto oppure servirli come antipasto dandogli la forma di piccole polpettine colorate.

** Avete capito i puntini a chi alludono? Ma ai quadri di Roy Lichtenstein!