Lo ammetto: questa volta ho esagerato pubblicando un post con un'immagine così surreale. I miei tentativi di food styling stanno percorrendo strade improbabili, tuttavia in questi panni mi sento a mio agio e non c'è nulla di male ad assecondare le proprie inclinazioni. Mi rendo conto di essere anni luce distante dalle belle foto pubblicate sulle riviste di cucina e sui libri e se, in modo immeritato, potessi avvicinarmi a qualche corrente artistica del passato, probabilmente sarei una 'futurista'.
Più guardo questo 'In fondo al mare' e più mi viene da sorridere; la composizione la trovo simpatica e mi soddisfa perché quando riesco a dare una forma a quello che ho immaginato provo la stessa sensazione di appagamento nello sfornare una torta soffice e ben lievitata. E poi, mi sono trovata nuovamente a tu per tu con l'ennesima sfida con la luce, quella maledetta luce naturale che cambia senza chiederti il permesso; un raggio di sole che all'improvviso si getta contro il vetro delle finestra del vicino e che ti costringe a spostare un set improvvisato, a mascherare il bagliore, ad alzare ed abbassare la tapparella soprattutto in quelle giornate luminose. Ora capisco quando un'amica fotografa mi disse che le migliori giornate in cui scegliere di fotografare sono quelle invernali, con il cielo grigio-neve. Se questi tre anni di blog mi hanno lasciato in balia di errori e tentativi, mi hanno anche regalato la perseveranza per superarli ed andare avanti.
E poi il vero piacere nella mia fotografia di food sta nel tentativo di rappresentare e di celebrare il cibo, di renderlo appetibile usando solo i colori e le forme, all'inseguimento del giusto codice da interpretare che ogni volta si rinnova. Il cibo fotografato non può essere solo buono ma deve essere anche bello. Inseguo la bellezza del cibo e della materia prima perché ogni ingrediente, ogni preparazione ha prima di tutto una forma che va esaltata se, tramite la fotografia, si vuole trasmettere anche un sapore. L'argento delle alici, il marrone chiaro del riso integrale, il verde del finocchietto e il giallo della buccia del limone sono la tavolozza dei colori che la natura utilizza per regalarci delle emozioni.
Non solo il colore reclama la propria rappresentazione, anche le texture degli ingredienti chiedono di essere raccontate perché cosa sarebbe la panna senza la sua soffice compostezza, il pane senza la trama grezza della crosta croccante, il cioccolato senza la lucentezza che un perfetto temperaggio gli regala, le spirali rugose del broccolo romano, la superficie vellutata di una pesca... e potrei proseguire all'infinito nella descrizione delle forme e delle superfici del cibo.
Provate per un momento ad immaginare un cibo 'cromaticamente' sbagliato. Immaginate un pallido colore giallo per un fritto, una foglia di basilico color verde-giallastro, una fragola rosa pallido e una fetta di prosciutto crudo color magenta. Spesso diamo per scontato i colori che ci circondano, essi non esistono e sono il frutto della luce e della nostra capacità di percepirli. Mutano continuamente in sfumature, seguono le ore del giorno, la luce naturale o artificiale che li illumina. Ma sono essenziali per la nostra vita e la natura ne è ricchissima.
La cucina è fortemente influenzata dai colori che la circondano; cercate le immagini dei piatti del ristorante Noma a Copenaghen, i cui colori freddi e le tonalità spente evocano le atmosfere della terra nordica che lo ospita. E poi fate un salto da Quique Dacosta, chef dell'omonimo ristorante a Dénia in Spagna: i suoi piatti si colorano di rossi e gialli e di tinte sature e accese. La cucina non è solo un fatto culturale ma è anche un aspetto visivo-emozionale che non può essere trascurato.
Anche a discapito di una cattiva digestione.
Per due persone
160 gr di Riso Arlecchino Riso Scotti (tris di riso integrale: Thaibonnet, Artemide, Ermes)
20 alici
finocchietto a piacere
1 spicchio di aglio
la buccia grattuggiata di mezzo limone
sale e pepe
2 cucchiai di olio extra vergine di oliva
Lessare il riso (circa 35 minuti) in abbondante acqua salata.
Lavare e pulire le alici eliminando la testa, i visceri e la lisca. In una padella versare i due cucchiai di olio extravergine di oliva, far insaporire con lo spicchio di aglio e dopo qualche minuto versare le alici. Lasciare cuocere per qualche minuto, spolverare con la buccia grattuggiata del limone, sale e pepe a piacere e qualche ramo di finocchietto. Terminare la cottura.
Scolare il riso e farlo saltare nella padella con il condimento. Servire caldo.