9 novembre 2015

R come risotto


Ricordo che quando ero piccola non mangiavo un sacco di cose per le ragioni più disparate: gli asparagi erano mollicci, il panettone aveva uvetta e canditi, la pasta, se il sugo non era fatto con la passata di pomodoro, il risotto con i funghi perché aveva i funghi,  il minestrone perché aveva i pezzetti di verdura e la spremuta di arancia perché i filini della polpa mi provocavano un principio di rigurgito. Ma sono migliorata e se ancora oggi scarto i canditi del panettone e filtro il succo dell'arancia spremuta, ho imparato (a denti stretti) a mangiare il minestrone ma gli asparagi e il risotto sono diventati i miei piatti preferiti. 
Non ho figli ma nel corso delle ricerche che ho fatto per l'impiattamento, ho deciso di aprire una parentesi per cercare di capire per quale ragione molti bambini, arrivati ad una certa età, smettono di mangiare alcuni cibi che fino a qualche giorno prima avevano mangiato senza problemi. Ho letto che il gusto e le scelte alimentari, sono indotte da vari fattori: il patrimonio genetico, le esperienze alimentari della madre durante la gravidanza, la percezione di sapori generati dall’alimentazione materna durante l’allattamento e l'esperienza gustativa degli alimenti offerti durante lo svezzamento. Tuttavia può accadere che pur facendo tutto secondo i crismi, un bambino inizi a fare i capricci al momento di sedersi a tavola rifiutandosi di mangiare quello che gli viene messo nel piatto.  In molti casi si tratta della neofobia ossia di un atteggiamento alimentare che colpisce circa il 30% dei bambini a partire dai due anni di vita, ossia nel momento in cui il bambino inizia ad esplorare e muoversi da solo sfuggendo al controllo della madre. La neofobia cresce durante l'infanzia e decresce gradualmente con l'avvicinarsi dell'età adulta e non è altro che un conflitto atavico che si esprime, da un lato, con l’esigenza di sperimentare nuovi cibi per soddisfare le necessità biologiche, dall’altro con la necessità di salvaguardarsi dal rischio di avvelenamenti insito nella sperimentazione alimentare.

Può venire in soccorso a molti genitori, sapere che un numero sempre maggiore di studi dimostrano come il fattore più importante nell'ampliamento dei gusti alimentari del bambino e i cambiamenti di gusto durevoli sono quelli indotti dalla suggestione sociale dei suoi simili. I bambini accettano più volentieri alimenti nuovi se li vedono consumare da altri bambini. Quindi attrezzatevi con un bel gruppo di amichetti durante l'ora dei pasti :-)
La curiosità di misurarmi con la realtà più vicina a me, mi ha portato a preparare un questionario che ho sottoposto ad amici con figli piccoli (dai 2 ai 12 anni). Effettivamente c'è evidenza del fatto che molti cibi respinti dai bambini hanno caratteristiche simili (nella forma e nel gusto) e le motivazioni di rifiuto espresse possono essere ricondotte, in molti casi, a situazioni in cui, per esempio, il bambino vede nel piatto la presenza di 'corpi estranei', che nel mio caso erano le cipolle nel risotto ma potrebbero essere l'origano sulla pizza o lo 'sporco' (=uvetta) in un dolce.
I bambini sono dei grandi 'mangiatori con gli occhi' e molte mamme lo sanno e a volte per ingannarli, nascondono la verdura nelle polpette Se parliamo di forme e di colori, parliamo anche di consistenze: presentate cibi mollicci ai bambini e con tutta probabilità verranno lasciati nel piatto. 
In conclusione, se avete bambini svogliati a tavola, provate a farvi aiutare in cucina e fateli divertire preparando i piatti con nuove forme e colori. Io ho aggiunto anche una filastrocca :-)

R come risotto
Un risotto marrone carico di verdure 
non sa più come fare 
per farsi mangiare.
Sentendosi solo nel viaggio 
chiede aiuto alla F di formaggio,
ma da solo non può far tutto 
e invita la P dell'amico prosciutto.
Ma per arrivar diritti alla mèta,
ci vogliono almeno un paio di Zeta
così in meno di un secondo
saltano a bordo in sordina
Z di zucca e di zucchina.
E chi guida questa allegra comitiva 
se non un bravo pilota?
Si unisce al gruppo la C di carota.
Adesso il risotto è più allegro 
con i nuovi amici
e marciano tutti insieme e felici.



R come Risotto
per 4 persone
(se volete altre idee per i risotti Biolover, visitate i blog di Marianna, Nicol, Laura e Juls)

1 confezione di Risotto alle verdure Riso Scotti Biolover
1 fetta di prosciutto cotto di circa mezzo cm di spessore
1 zucchina
1 carota
1 fetta di zucca
1 fetta di formaggio tipo Fontal di circa mezzo cm di spessore
olio extravergine di oliva

Preparate il risotto come indicato sulla confezione (circa 16 minuti). Nel frattempo lavate e pulite le verdure, tagliate delle rondelle di carota, una fetta di zucchina per il lato lungo e una fetta di zucca. Fate bollire per un paio di minuti le rondelle di carota e la zucca, questo vi consentirà di tagliare la forma che desiderate con dei tagliabiscotti. Ricavate delle lettere anche dal formaggio, dal prosciutto e dalla zucchina.
Fate insaporire per un paio di minuti le verdure in una padella con un cucchiaio di olio, non esagerate con la cottura e lasciatele croccanti.
Infilate le lettere negli stuzzicadenti e posizionatele sopra al risotto. Se volete potete preparare una frittata (U come uova) oppure dei peperoni e comporre delle parole.

2 commenti:

  1. Ah ah ah ^^ mi hai fatto sorridere.
    Sono stata una bimba che non mangiava tante cose per il loro aspetto. Ma questo me lo ero scordato finchè non è nata la mia prima figlia, come me. Ora mangia tutto perchè lo prepariamo insieme ma sono alle prese con lo svezzamento della seconda e già so che ne vedremo delle belle ;-)

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  2. Un post scritto tra realtà e tenerezza che ha rievocato in me ricordi che credevo persi. Grazie Roby. Ti abbraccio forte

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