23 marzo 2014

Carlo e Camilla in Segheria


Ieri sera ho festeggiato un altro non-compleanno nel nuovo ristorante milanese di Carlo Cracco, "Carlo e Camilla in Segheria". Ammetto che la motivazione che mi ha spinta a prenotare, questa volta non è stata l'aspettativa nei confronti del cibo ma la fortissima curiosità per la location: un'antica ex segheria milanese. Così le prime parole di questo post le spenderò proprio per questo meraviglioso e inaspettato angolo di città. La segheria fino all'arrivo di Carlo Cracco, è stata gestita dalla proprietaria Tanja Solci; potrete vedere i muri rustici, il ferro segnato dalla ruggine, i grigi pavimenti che sanno di lavoro, nelle foto dei servizi di moda o di eventi esclusivi. Segheria è uno spazio in cui abiterei, un luogo annoverato tra le architetture industriali, troppo spesso distrutte per lasciare spazio ad anonimi palazzi che uccidono il territorio urbano.
L'incontro tra Tanja Solci e Carlo Cracco ha prodotto questo splendido luogo che lascia a bocca aperta non appena varcherete l'anonima porta bianca che si affaccia su Via Meda al numero civico 24.
Tanja Solci è l'art director, la mente creativa di ciò che vedrete in Segheria; lo spazio è organizzato in due aree distinte: il ristorante e la zona cocktail che affaccia sul cortile interno che verrà a breve organizzato per accogliere gli ospiti durante la stagione estiva.
Nel ristorante spiccano principalmente due elementi: l'unico tavolo bianco a forma di croce e la luce. 
La luce è teatrale. Preziosi lampadari formati da gocce di cristallo, sono sospesi nell'oscuro spazio sopra le teste e illuminati a loro volta da spot di luci che rischiarano il tavolo lasciando in ombra tutto il resto. Da dietro le finestre, irrompono decisi fasci di luce calda irradiati dai proiettori posizionati all'esterno del locale; per lunghi momenti, durante la cena, sembra di essere i protagonisti di un dipinto del Caravaggio.
Tutto si gioca su questo contrasto di chiaro e scuro, di svelato e nascosto come il fagiano impagliato la cui sagoma si intravede nell'ombra, i profili di antiche voliere posizionate in un angolo o la luminosità dei piatti bianchi che si stagliano sulla scaffalatura nera all'ingresso.


E il gioco continua anche a tavola, quando ci si siede gomito a gomito con vicini a noi estranei anche se lo spazio personale è ampio e agevole. I piatti sono recuperi di ceramiche Richard Ginori, uno differente dall'altro con delicati disegni floreali, mentre numerose ceramiche completamente bianche funzionano da divisorio quasi a ricordare la tavola del tè del Cappellaio Matto di Alice nel Paese delle Meraviglie. Nessuna tovaglia copre i due assi bianchi e i tovaglioli sono di carta personalizzati con il logo del locale. Anche la scelta delle sedute non è stata casuale: la Fronzoni '64 di forma più 'maschile' e austera e la Hal di Jasper Morrison dalle curve più morbide e femminili.
In sala i camerieri, vestiti in modo casual quasi a confondersi con gli ospiti, corrono da una parte all'altra dell'ampio spazio, sparendo e riapparendo tra ombra e luce come fossero  degli illusionisti; il gruppo è coordinato dal giovane Nicola Fanti, fratello di Rosa compagna di Carlo Cracco, che con professionalità e cortesia collabora al buon funzionamento della sala.
Ogni angolo di Segheria parla di materiali di recupero e di come sia possibile creare una grande suggestione ed emozione utilizzando la creatività e l'immaginazione.


Finalmente arrivo a scrivere anche della cucina di Segheria. Lo chef romagnolo è Emanuele Pollini, sous-chef del Clooney Restaurant  in Nuova Zelanda e scelto per la guida di questo nuovo ristorante.
Confesso di aver letto diversi pareri discordanti sulla cucina proposta e sulla qualità della materia prima utilizzata e ho cercato di non farmi influenzare nella scelta dei piatti.
Il menu è corto ed è suddiviso tra primi piatti-piatti unici, carne al josper e i dolci. 
Decidiamo di optare per la prima parte del menu, scegliendo lo 'Scrigno reale di verdure', le seppioline con piselli (piatto del giorno), la crema di carote, arance e rosmarino e l'uovo 'benedectine', sedano rapa, crusca e shiso (detto anche basilico giapponese).


I piatti erano buoni anche se confesso di non essere rimasta sorpresa dagli abbinamenti; nessuna delle pietanze sopra citate mi ha particolarmente emozionata come invece era successo durante la cena al ristorante Cracco. 
Se i commenti letti su Tripadvisor puntavano il dito sul servizio (lento e impreciso) e sul gusto e qualità del cibo, per quanto mi riguarda posso dire che il servizio è stato cortese e puntuale e sicuramente il miglioramento è dovuto all'affinarsi di certi meccanismi dopo un mese dall'apertura. Sulla scelta dei sapori, a mio modesto parere, penso che ci sia ancora da lavorare per costruire un'offerta che lasci il segno nella memoria gustativa. L'impressione che ho avuto è che la suggestione dell'ambiente abbia in parte colmato l'incisività dei sapori.
Suggerisco inoltre di non tralasciare la cura dei dettagli: le bottigliette di plastica dell'acqua non si possono vedere, inoltre sarebbe auspicabile una maggiore cura nella presentazione del piatto. Trascurare i particolari è un po' come vedere una bella donna, vestita con un elegante abito ma con il trucco sbavato. Effettivamente questo calo di attenzione  verso le sfumature, lascia un po' perplessi, soprattutto dopo aver cenato nel ristorante stellato dello chef Cracco e aver potuto apprezzare la precisione e la cura dei particolari. Ma sono convinta che si tratti solo della fase iniziale di un'attività che è appena stata avviata e che in futuro tornerò a correggere il presente post. 

12 commenti:

  1. Ecco, questo è uno dei motivi per cui vorrei essere milanese, porca paletta!Qui al massimo te ne vai a mangiare gli arrosticni a 5 stelle e per arrivare ad uno chef stellato devi fare almeno un 200km >.<
    Hai fatto una recensione splendida e dettagliata, e mi piace molto non sono perchè hai descritto per bene la location dal punto di vista estetico (che molto mi attira) ma anche perchè ti sei soffermata sulle pietanze e sul tipo di servizio!Un resoconto da vera giornalista!La location è fantastica però, diciamocelo!Ps. Se vengo anch'io in quel di Milano a festeggiare il mio mmmm non-compleanno...conto su di te? :D

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    1. ciao tesora, certamente, quando tornerai a Milano e avrai qualche giorno a disposizione, sarò ben lieta di tornare con te in Segheria perché sono certa che è un luogo che merita di essere visitato e non solo per il cibo. Ti aspetto!!! Bacioni

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  2. Curiosissima di andarci!!sei riuscita nella foto che penso sia quasi un'impresa impossibile!

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    1. cara Lucy, fammi sapere quando ci andrai perché la tua opinione mi incuriosisce moltissimo :-) Un abbraccio

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  3. Ciao Roby! Da Laura! Ne abbiamo parlato 4 giorni fa e ti avevo detto che avevo letto di tutte le critiche negative...lo dovevo immaginare che non avresti resistito a lungo per toccare con mano!! Riconosco che con la tua recensione personalissima hai annullato l'effetto di condizionamento di tutti i commenti precedenti e, nonostante i tuoi 'appunti' alla mancata cura di alcuni dettagli, mi fai venire voglia di andarci.
    A Paola: w w w w gli arrosticini!!!!
    Un abbraccio

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    1. Cara Laura, voi che 'volate alto' sarete ancora più critici. Ma lasciamogli il beneficio del dubbio e magari la prossima volta ci torneremo insieme ;-)
      Bacioni

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  4. Ho letto tanti pareri ma alcuni mi sembravano veramente troppo affrettati, come ormai è consuetudine in questo periodo in cui si punta il dito a prescindere senza nemmeno motivare adeguatamente. Questo tuo post invece è scritto splendidamente, sia nel descrivere quel che ti è piaciuto di questo luogo (e non nego che se fossi a Milano ci andrei spinta da queste tue impressioni) sia nel dire quel che non ti è piaciuto. Mi piace molto il paragone che hai fatto alla fine sulla donna bella, ben vestita ma col trucco sbavato: rende perfettamente l'idea!
    Un bacino

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    1. Beh, mi conosci e sai che il 'luogo' esercita su di me un certo fascino e questa volta, confesso, ha avuto il sopravvento. Sono convinta che ci saranno margini di miglioramento e se verrai a Milano, ci andremo insieme!
      :-***

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  5. E' da un po' che volevo passare a leggere il tuo post. Perché ricordo quando me ne parlavi e anche dopo aver visto un intervista a Cracco circa proprio l'apertura della Segheria. L'ambiente mi sembra davvero suggestivo (sei una perfetta ladra di foto), ed in genere non leggo mai le recensioni di altri prima di andare a mangiare in un posto rinomato, perché non voglio essere condizionata. Quello che mi chiedo è se i livello dei prezzi sulla carta è paragonabile a quello di Cracco o se questo posto di propone come qualcosa di easy. Tutto mi fa pensare ad una parvenza easy, che in realtà non è. Ed in ogni caso, sarei curiosa di farci un salto. Bel post Roby. Un bacio

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    1. arrivo in ritardassimo con la risposta. I prezzi sono 'easy', non proprio una pizza ma è sempre marchiato Cracco. Da tornarci, forse quando ci sono stata io era troppo presto perché c'erano alcune messe a punto da fare. Bacioni

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  6. ciao Roby come stai??? difficilmente capiterò in questo ristorante ma la tua recenzione è molto ben fatta, accurata e motivata sia nelle cose positive sia in quelle negative!! sei molto attenta e precisa!!! Ambiente bellissimo!!! un bacione

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    1. ciao Tiz, sono in fermento :-)
      Mai dire mai, prima o poi capiterei in quel di Milano ;-)
      Bacioni

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